“Trecento danze” è un romanzo dark fantasy scritto e prodotto da Giulia Calligola e pubblicato alla fine di ottobre 2024.
La storia segue le vicende della guardia carceraria Eckhard, che gestisce il braccio dei condannati a morte nella città di Castra Nova, nel freddo nord d’Euronia. La sua vita viene sconvolta dall’arrivo di Caesar (con la C dura, mi raccomando), un assassino violento che ha appena sfigurato un’altra guardia carceraria; con grande timore, Eckhard si appresta a conoscerlo, ma rimane stupito dal trovarlo una persona complessa e che suscita stranamente in lui la simpatia. Suo malgrado, l’uomo si ritrova a leggere le confessioni di questo violento criminale dalla spiritualità marcata, mentre la sua famiglia si allarga e lui si trova a interrogarsi sul proprio futuro.
Il romanzo è molto interessante e veramente crudo; sinceramente io non amo la violenza descritta, quindi ho fatto molta fatica in alcune scene, che mi sono trovata a saltare (alcuni racconti di Caesar), ma ho trovato comunque una storia molto profonda e coinvolgente. Eckhard è un personaggio per cui è facile tifare e con cui è semplice entrare in sintonia: ad un certo punto, Caesar gli dice che lui “è troppo buono per questo mondo”, ed è la sensazione che ho provato anche io leggendo. Ho apprezzato questo aspetto, che la voce narrante, nonostante tutte le brutture, rimanesse una luce nell’oscurità, senza comunque diventare una figura finta: si tratta di un uomo comune con problemi comuni che si trova, suo malgrado, a interrogarsi sulla redenzione e sul perdono. Sì, perché Eckhard è credente e va ogni settimo giorno della settimana ad ascoltare una messa che gli parla dell’importanza del perdono, ma un conto è ascoltarla, un conto è applicarla.
Confesso che io, a differenza di Eckhard, non sono riuscita ad entrare così in sintonia con Caesar che, nonostante un po’ di pena, mi faceva comunque orrore; non sarei riuscita ad accompagnarlo come il protagonista in questo arco di redenzione. Nonostante questo, ho trovato Eckhard credibile e piacevole come protagonista, ancora di più quando lui fa un passo ulteriore e diventa anche lettore come me, per cui lo vediamo ancora di più avvicinarsi a noi. Il lettore legge la storia e vede lui che legge, prova orrore, pietà, riflette e perdona, e questo è riuscito molto bene, secondo me.
Mi è piaciuto molto com’è stato trattato il tema della famiglia, che non è un mero contorno ma una parte importante dei pensieri e della vita di Eckhard; ma non solo, anche le vittime hanno sempre un doppio legame con la famiglia che emerge nei racconti e, persino, nel processo a Caesar. Ho trovato questa caratterizzazione molto riuscita e gestita in modo elegante.
In conclusione, un romanzo molto dark e crudo, ma dalle tematiche potenti e profonde, che potrà essere apprezzato dagli amanti del genere e delle ambientazioni alla ” Il Miglio Verde”.

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