Recensione di “L’alba di Afrodite” (Vol 1 della Dilogia “La guerra dei vampiri”) di Barbara Repetto

“L’alba di Afrodite” è il primo romanzo romantasy della dilogia “La guerra dei vampiri”. Questo primo volume è scritto e prodotto da Barbara Repetto, mentre il secondo (che ancora deve uscire) è scritto da Laura Fiamenghi. Le due storie principali, comunque, sono autoconclusive e possono essere lette separatamente.

La storia è ambientata nella insolita Isola di Afrodite in cui umani e vampiri convivono in pace, benché in reciproca diffidenza. Gli umani forniscono il proprio sangue volontariamente e a pagamento (come negli Stati Uniti per la raccolta del sangue a scopo medico), i vampiri non possono prenderlo con la forza e usano le proprie doti fisiche per proteggere l’Isola dalle spietate Belve d’Ombra.

Nemi e Corban sono entrambi orfani a causa delle Belve, ma una è umana e detesta i vampiri e l’altro è un vampiro prescelto per un sacro rituale. I loro destini si incontreranno con passione e conflittualità.

In tutto questo, la regina ha avuto una figlia illegittima che ora il re vuole sacrificare al Rito della luce dei vampiri, ma il sovrano non ha idea di quanto la moglie sia disposta a fare pur di salvare la figlia.

La storia è divertente e si legge rapidamente, complice la brevità dei capitoli e il continuo cambio di punto di vista narrante. Io l’ho divorato con la stessa furia di un vampiro assetato di sangue in poco meno di due ore. Impossibile finire un capitolo senza iniziare subito l’altro.

Nonostante sia un romance con toni spicy (troppi per me, ma credo piaceranno molto agli amanti del genere), la componente fantasy e di intrighi la fa da padrona. Tutto gira intorno ai complotti per portare nuovamente i vampiri e gli umani alla guerra; ho trovato tutto tristemente attuale, come se, ogni volta che c’è un periodo prolungato di pace nel mondo, alcune forze belligeranti diventino sempre più affascinanti e la guerra torni a essere un’opzione interessante.

La storia d’amore troverà le tipiche difficoltà di un pregiudizio, ma anche la ricerca di un perdono su… una questione di vita o di morte.

I personaggi non sono piatti, hanno pregi e difetti, soprattutto gli antagonisti che, esattamente come i protagonisti, sono mossi dall’amore, seppur in modi diversi e non necessariamente romantici. Tutti hanno le loro motivazioni per agire e tutti i personaggi purtroppo si ritrovano in un proprio personale dramma, cosa che li rendo molto “veri”.

Quello che non mi ha convinto è il fallocentrismo del romanzo. Non voglio suonare banale, ma il vero cattivo della storia è il patriarcato. Al di là della spiegazione che i vampiri trovino più buono il sangue delle vergini… cioè il contatto con un membro maschile dovrebbe cambiare il gusto del sangue? Dal momento che scientificamente questo dipende dalla genetica, dagli ormoni, dall’alimentazione e non dall’organo genitale maschile, non ho capito come potesse effettivamente influire la verginità sul gusto del sangue e non ho trovato una spiegazione.

Inoltre la società, i rituali, tutto è basato sul soddisfacimento del piacere maschile, il trionfo della cultura dello stupro. E questo non viene mai messo in discussione, solo affrontato come un dispiacere su qualcosa di ineluttabile. Lo stesso grande amore come salvifico a volte mi risultava poco convincente, visto il rapporto non paritario tra i sessi.

Detto questo, sono curiosa sul seguito. Il finale conclude la storia principale, ma vediamo arrivare qualcuno da fuori. Resta da chiedersi se il secondo volume partirà temporalmente da lì o, più probabilmente, ci farà vedere un’altra storia che poi si unirà a questa. Il wordbuilding è chiaramente ispirato alla mitologia greca, quindi mi aspetto una ambientazione analoga nel secondo.

In conclusione, un romanzo divertente e scritto bene, senza il minimo punto morto. Lo consiglio! Penso piacerà agli amanti del romantasy avventuroso, di stampo statunitense.

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