“Questa gioventù è marcia nel profondo del cuore. I giovani sono maligni e pigri, non saranno mai come la gioventù di una volta; quelli di oggi non saranno capaci di mantenere la nostra cultura” – incisione su un vaso d’argilla dell’Antica Babilonia, 3000 AC
La generazione dei Millennial (o generazione Y) è quella delle persone nate dai primi anni Ottanta al Duemila e sono spesso accusati dalla generazione precedente di essere allo sbando, ignoranti, pigri, indolenti, attaccati allo smart-phone e privi di voglia di ribellarsi contro le ingiustizie, specialmente relativamente alla politica.
Noi intendiamo mettere in discussione molte di queste accuse
1) “I giovani pensano che sia loro tutto dovuto!”. Questa è l’accusa probabilmente più ingiusta. Se nell’infanzia e nell’adolescenza abbiamo, è vero, avuto accesso a possibilità di formazione impensabili per la generazione precedente, al momento dell’ingresso nell’età adulta non ci è stato ripetuto altro che di accettare soprusi. È considerato prassi normale accettare di fare lavoro non pagato, orari disumani in cambio di poche briciole o semplicemente di non ricevere mai uno straccio di risposta quando si invia un curriculum o una proposta di lavoro come un manoscritto. Ci hanno insegnato che i diritti sono “privilegi” e che le rivendicazioni sono “pretese”. Dobbiamo essere “umili”, ci viene detto… ma dove si pone la soglia tra “umiltà” intesa come rispetto delle necessità altrui e l’umiliazione?
2) “I giovani d’oggi sono sempre attaccati al cellulare”. Ho uno strumento che mi sta in tasca, in grado di darmi qualunque informazione io stia cercando, in grado di trasmettere musica, di farmi leggere un quotidiano, una rivista specializzata, un libro, mettermi in contatto con le persone a cui voglio bene non importa quanto distanti… pensi davvero che sul treno voglia parlare del tempo con uno sconosciuto? Perché se il mio stesso silenzio e la mia medesima attenzione sono rivolti alla carta stampata è essere intellettuali, ma se invece sono concentrate verso lo stesso contenuto su un dispositivo elettronico è sintomo di supericialità?
3) “I giovani di oggi sono bamboccioni.” La prima esperienza lavorativa dopo la laurea è spesso uno stage, pagato quando va bene 600 euro al mese (contributi assenti). La laurea, un tempo sinonimo di ascesa sociale ed economica, una volta diventata più diffusa non sembra avere più valore, come se fosse stata inflazionata. Peccato però che tu abbia speso lo stesso tempo e le stesse energie per averla.
4) “I giovani sono ignoranti.” Eh no, l’esatto contrario. Siamo stati la generazione più formata, non solo nelle conoscenze ma anche nelle competenze. Magari non abbiamo dovuto studiare a memoria tutte le poesie del primo Novecento, ma abbiamo dovuto imparare ad usare il computer e gli strumenti informatici, nonché una o più lingue straniere, un tempo considerate competenze settoriali.
5) “I giovani sono passivi, ai miei tempi avremmo fatto la rivoluzione!” Aldilà del fatto che ogni volta che si presenta una forza politica opposta allo status quo la si accusa (a volte a ragione, a volte meno) di essere populista e ridicola, forse la ragione per cui non scendiamo in piazza armati di forconi è perché ci rendiamo conto di vivere in un mondo complesso e interconnesso a molte forze esterne in cui i problemi non si risolvono facendo reset e ricominciando da capo.
Purtroppo anche molte persone sotto i 50 anni ripetono le stesse accuse verso i coetanei, sottolineando quanto loro invece siano diversi; ma forse non è una differenza individuale il problema, quanto il fatto che la percezione generale sia sbagliata.
Quindi state tranquilli: non siamo migliori di quelli più giovani di noi, ma neanche peggiori di quelli prima… e non è mai giusto essere trattati come tali.
Quali sono i luoghi comuni sulla vostra generazione che vi fanno imbestialire?
Raccontatecelo nei commenti!
Fonte immagine: http://www.cosè.com/cose-il-millennial/
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