Recensione “Seven Sisters”

SEVEN SISTERS (What Happened to Monday)

L’altra sera mi sono imbattuta in un film insolito, di produzione inglese/francese/belga, interpretato da una particolarissima Noomi Rapace (“Uomini che odiano le donne”).
Il film, del 2017, è ambientato in un futuro distopico dove l’umanità ha dovuto fare i conti con il problema della sovrappopolazione: dopo una prima fase di mancanza di risorse, l’introduzione di OGM ha risolto questo problema ma ne ha causato un altro, cioè la proliferazione di parti plurigemellari. Nicolette Cayman (interpretata da una grande Glenn Close), una figura carismatica, decide di risolvere la questione introducendo l’obbligo del figlio unico, congelando criogenicamente tutti i fratelli e sorelle per lasciarli risvegliare “in un mondo migliore”.
Quando Terrence Settman (William Dafoe), in seguito alla morte della figlia per parto di sette gemelle, decide di non consegnare le restanti bambine al programma, si inventa un sistema per fare in modo che possano vivere nascoste sotto la stessa identità di Karen Settman. Le bambine, chiamate ognuna come un giorno della settimana, possono uscire solo nel giorno del loro nome, sia da piccole che in età adulta, e tutte devono vivere la vita di “Karen Settman”. Una mattina, all’età di trent’anni, Lunedì scompare all’improvviso e le altre sorelle devono riuscire a ritrovarla prima che lo facciano le autorità.