La sesta stagione di Orange Is The New Black è da qualche settimana disponibile su Netflix.
Abbiamo lasciato le protagoniste alle prese con una squadra d’assalto che ha fatto irruzione nel carcere di Litchfield per sedare la rivolta, uccidendo la guardia Desi Piscatella.
In questa stagione, gran parte dell’azione si svolge nella sezione di massima sicurezza della prigione, dove Piper, Red, Suzanne, Frieda, Taystee, Daya, Blanca, Black Cindy, Lorna, Nicky e altre sono state trasferite, mentre i federali indagano sulle responsabilità della rivolta e della morte di Piscatella.
Alcuni dei personaggi, come Big Boo, non compaiono, perché trasferite in altri istituti correzionali.
Oltre alle detenute ritroviamo altre figure che ruotano intorno al mondo del carcere, come Lutchek, Caputo, Natalie “Fig” Figueroa, e l’ambiziosa Linda degli acquisti, reduce dall’esperienza della rivolta che l’ha soltanto resa più determinata e agguerrita.
Anche questa stagione riprende il format che ha reso la serie di grande successo: una varietà di personaggi femminili complessi e interessanti, un senso dell’umorismo caustico, molti riferimenti alla pop culture e qualche strizzata d’occhio ai temi d’attualità della politica americana.
Inoltre, nonostante il tono sia perlopiù leggero e anche le figure più controverse abbiano spiragli di umanità, c’è una sempre forte denuncia delle ingiustizie del sistema carcerario e giudiziario, un mondo fatto di privilegi e pregiudizi dove trovare giustizia è quasi impossibile.
Ecco quello che mi è piaciuto di più di questa sesta stagione:
– Carol e Barb, le due spietate sorelle rivali che hanno stabilito una guerra permanente tra il braccio C e il braccio D del carcere. Le incontriamo ormai ultracinquantenni, ma compaiono anche da giovani nei loro flashback e quelli di Frieda. Sono meravigliosamente folli (ognuna a modo suo) e incredibilmente carismatiche. Le adoro entrambe e per me sono la storyline migliore della stagione. Una menzione speciale al quartetto di attrici (quelle dei flashback anni ’80 e dei giorni nostri) che le hanno interpretate, tutte spettacolari.
– Piper. Nonostante la prima stagione la vedesse come protagonista indiscussa, man mano il suo personaggio ha perso rilevanza, il che secondo me è un bene, perché quasi tutte le altre detenute hanno una storia più interessante della sua. In questa stagione ha decisamente meno screentime e la sua vicenda sembra avviarsi alla conclusione. È un bel personaggio, ma penso che ormai abbia detto quello che aveva da dire, e ho apprezzato che la storia si concentrasse di più sulle altre.
– Quasi tutti i nuovi personaggi, tra cui spiccano le detenute Aleoda e Daddy.
– Caputo e Fig. Io adoro Fig dalla prima stagione, e qui la vediamo in una veste leggermente diversa dal solito, più comprensiva (ma non troppo, eh!) e decisamente più simpatica. Le scene con i battibecchi tra lei e Linda sono tutte divertentissime.
– La storia di Nicky, che, finalmente abbandonati i problemi amorosi e quelli di droga, appare come la voce più razionale, ma sempre pungente e sarcastica, della prigione. La puntata del suo Bar Mitzvah è un’altra delle migliori.
– Blanca e il suo fidanzato Diablo. Non voglio fare spoiler ma the shipping is strong with this one.
– La vicenda di Taystee, la più seria e attuale delle varie storie.
Le scene che rappresentano la psicosi di Suzanne e come lei vede le cose intorno a lei; sono tutte girate benissimo, in particolare la sequenza di apertura con ognuna delle sue compagne che appare in uno “show televisivo” diverso.
Questa stagione mi è piaciuta moltissimo e fatico a trovare dei punti negativi; in pratica c’è soltanto il fatto che alcuni personaggi delle scorse stagioni non si vedono e che Red, la mia preferita, ha un ruolo abbastanza marginale (ma che come al solito Kate Mulgrew interpreta egregiamente).
Chi l’ha vista? Che ne pensate? Parliamone nei commenti!
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