“Mezzo Drago” è un romanzo del 2018 scritto ed autopubblicato da Fulvio Padrin.
Il libro è ambientato in un mondo fantastico popolato da draghi e demoni, in apparenza la classica ambientazione fantasy, dove il gruppo di protagonisti, abitanti di un villaggio tranquillo, vivono le loro vite pacifiche grazie alla presenza di un guerriero di grande fama, Rush.
Alia, la figlia di Rush, trascorre un’esistenza tranquilla insieme ai suoi amici Kai e Shassy, due maghi di paese, e Mirvana, una ragazza dal passato sfortunato e alla ricerca di un riscatto da un ambiente familiare complicato e violento. La loro vita viene sconvolta dall’arrivo al villaggio di Kalger, un guerriero dalle grandi abilità magiche e con una missione molto rischiosa: uccidere i demoni.
La storia appare da subito con una trama abbastanza classica, con il viaggio dei personaggi verso una sfida al di là delle loro possibilità, tuttavia il romanzo presenta diverse peculiarità interessanti: seppur ricco di combattimenti e scene d’azione (sia fisiche sia magiche), il libro dedica una buona parte all’approfondimento dei personaggi, con un’attenzione notevole alle loro paure, debolezze, sogni e speranze. Nonostante i protagonisti sembrino dai primi capitoli come i classici cliché dei fantasy (la ragazza che non conosce la storia della sua famiglia, il giovane e volenteroso mago, la giovane sfortunata asservita ai protagonisti), il lettore rimane stupito di come si assista ad una crescita e ad una maturazione degli stessi, arrivando addirittura a commuoversi nei loro traguardi e nelle loro battaglie.
Ho trovato trattata con grande maturità la figura di Mirvana, la ragazza dal passato sfortunato: l’autore è stato molto abile nel presentarla come quel personaggio a cui tutte le sfortune accadono per fare emergere la forza e l’eroismo degli altri protagonisti, solo per poi sovvertire tutto e regalarci una crescita completa e non banale della stessa.
L’ambientazione è inoltre uno dei tratti che mi ha colpito maggiormente: il romanzo riprende i classici elementi del fantasy, come i draghi e i demoni, tuttavia la loro presenza non viene data per scontata, come spesso accade, ma viene fornita un’accattivante backstory alla loro esistenza. Non voglio fare spoiler, dal momento che la storia di come sono nati i draghi e i demoni è davvero molto piacevole da leggere, ma si intravede un lavoro di wordbuilding notevole e ben riuscito.
A trovare un difetto al libro, la forma è forse la parte che mi ha convinto meno: la punteggiatura è eccessiva (specialmente per le virgole) e i dialoghi a volte appaiono poco naturali, forzati, specialmente nella prima parte. Niente che comunque non possa essere migliorato.
In conclusione, consiglio il romanzo agli amanti dei fantasy con il tema del viaggio e dei romanzi di formazione, nonché agli amanti degli anime, poiché ho trovato molti elementi nella narrazione comuni ai fantasy animati nipponici. I primi capitoli del libro lasciano presagire un romanzo più ingenuo rispetto a come è realmente, per cui consiglio il libro anche a chi si diverte nel restare sorpreso dall’evoluzione dei personaggi.

Rispondi