“Venus- A new dawn” è un libro-game del 2016 scritto da Emanuele Maia ed edito da Plesio, collana Cucciosauri.
Questa è la prima volta in cui mi approccio ad un libro-game per cui ero molto curiosa e vagamente intimorita: posso confermare che è giocabile anche da chi è un neofita del genere, basta seguire attentamente la spiegazione iniziale.
La trama è molto semplice: nel 2149 la Terra affronta la più grande crisi demografica mai vista, con la bellezza di diciotto miliardi di persone a cui non bastano più le risorse disponibili. Dopo scontri e tensioni la civiltà umana dà origine al Progetto Horizon, un piano di colonizzazione dei due pianeti più vicini alla Terra: Marte e Venere. Sebbene Marte sia il pianeta più simile al nostro si rivela piuttosto povero di risorse, così Venere diventa un punto di interesse maggiore, poiché provvisto di un sottosuolo estremamente ricco. Uno dei peggiori gruppi terroristici terrestri, il Commando Gamma, segue naturalmente la scia della ricchezza e delle possibilità, fino ad arrivare su Venere e creare scompiglio nella sua colonizzazione: nel 2192 inizia un vero e proprio scontro per liberare il pianeta, che costringe il Commando Gamma a diventare spietato, fino a creare un’arma biologica di distruzione di massa.
È proprio a questo punto della storia che il gioco ha inizio: le forze nate per contrastare i terroristi sono le Marines Venus Force e il protagonista, il personaggio che il lettore “interpreta”, è il Capitano Robert Trainor, incaricato di fermare questa minaccia insieme ai suoi compagni.
Il libro inizia poi con un addestramento, cioè una spiegazione di come si gioca: sono necessari semplicemente dei dadi da 6 e un foglio di carta su cui annotare le proprie statistiche e i propri avanzamenti (sul sito di Plesio dovrebbe essere possibile scaricarne uno precompilato, ma io ho giocato “alla vecchia maniera” e me li sono annotati con carta e penna). Consiglio a chi si cimenta per la prima volta di seguire l’addestramento con grande attenzione: io, commettendo il classico errore da videogiocatrice, sono andata veloce sul tutorial e sono morta al primo battesimo di sangue.
Dopo aver preso familiarità con le regole, il gioco appare molto semplice e il lettore può concentrarsi sulle scelte da intraprendere. Infatti, il libro è strutturato come un gioco di ruolo, pertanto il lettore può decidere molto spesso la strada da percorrere o scegliere se esplorare o meno un luogo a seconda che subodori trappole o meno. Se si muore (e a me, per fortuna, è accaduto solo all’inizio) bisogna ricominciare l’avventura da capo, come un videogame senza salvataggi.
Ho trovato il gioco divertente e avvincente: abituata a giocare sulla console all’inizio mi sono trovata un po’ a disagio nel dover lanciare i dati e dover fermarmi per scrivere, ma dopo un po’ non ci ho fatto più caso. La trama è lineare e quindi non vi è il rischio di perdersi; lo schema di combattimento ricorda molto gli rpg a turni, cosa che rende il gioco fruibile da tutti e a me, nostalgica dei vecchi titoli, è sempre piaciuta.
Personalmente ho trovato la trama un po’ troppo lineare: i buoni e i cattivi sono identificabili subito e non vi sono tradimenti o cambi di prospettiva. I personaggi sono molto pochi e non particolarmente definiti, gli stessi aiutanti sono solo dei “rinforzi” del protagonista. Ho trovato inoltre piuttosto strano che in più di trecento pagine non comparisse mai un personaggio femminile, neanche come comprimario o comparsa: questo lascia supporre che nel futuro non avremo soldati donna, nemmeno in qualche colonia del sistema solare. Non dico avere il personaggio principale con la possibilità di scegliere il sesso (cosa che avrei apprezzato, ma mi rendo conto che sarebbe stato complicato con i pronomi), ma almeno vedere passare una donna sarebbe stato apprezzato. Insomma, viene sfatato il mito che le donne vengano da Venere: in questa storia, evidentemente, saranno andate tutte su Marte.
La storia relativa a Venere è molto carina: non voglio fare spoiler, ma approfondendo il rapporto tra il personaggio principale e il pianeta, il libro vira dalla classica fantascienza militare ad un genere più science fantasy, che ho trovato molto gradevole.
Il libro-game è autoconclusivo e non lascia finali aperti; tuttavia, lo ammetto, mi ha fatto venire voglia di giocarne ad un altro e questo è apprezzato.
In conclusione, è una tipologia di libro adatto agli amanti della fantascienza, ma anche per chi è appassionato di giochi di ruolo; la sua semplicità e intuitività permetteranno anche al “giocatore” inesperto di immergersi in questa avventura.
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