Recensione del film “Captain Marvel” (2019)

“Captain Marvel” è un film del 2019 della Marvel, diretto da Anna Boden e Ryan Fleck: si tratta di un altro capitolo del Marvel Cinematic Universe e si inserisce come l’ennesimo tassello della storia principale degli Avengers.

Il film inizia subito col botto, proiettandoci per la prima volta nel mondo Kree vero e proprio, in particolare ad Hala, la sua capitale. Vers (Brie Larson) è una Kree dal sangue blu che fa parte della potente e nobile squadra della Starforce, capitanata da Yonn-Rogg (un affascinante e bravissimo Jude Law): dotata di poteri donati dalla intelligenza suprema Kree ( cioè mani che sparano energia e una potenza fuori dal comune), Vers cerca di controllare il suo enorme potenziale al servizio dell’impero.

Dopo un allenamento intenso, Vers viene chiamata a colloquio con questa intelligenza suprema, che dovrebbe apparire nella mente di ogni Kree con le sembianze della persona che si rispetta maggiormente: Vers, tuttavia, si trova davanti a una donna sconosciuta (Annette Bening), probabilmente appartenente ad un passato che lei non ricorda. Vers infatti soffre di un’amnesia piuttosto marcata in seguito ad un evento traumatico, cosa che le procura molti incubi notturni: spronata a guardare avanti dal suo mentore Yonn-Rogg, lei accompagna la sua squadra in una missione delicata.

I nemici mortali dei Kree infatti si sono infiltrati su un pianeta di confine: gli Skrull sono alieni pericolosi in quanto hanno la facoltà di mutare la propria forma e prendere l’aspetto di chiunque incontrino. La Starforce viene inviata allora per fermare questa minaccia: Vers, tuttavia, viene stordita e catturata dal leader di questi, Talos. Dopo uno scontro caotico dovrà trovare rifugio sulla Terra del 1995.

Il film ha un ritmo molto serrato e una trama solida e ricca di colpi di scena. La parte sulla Terra è quella che secondo me funziona meglio, in quanto ci permette di tornare ad un momento precedente agli eventi del primo Iron Man e ritrovare lo Shield in piena crescita. Tra i protagonisti del film troviamo infatti un “giovane” Nick Fury (Samuel L. Jackson) con entrambi gli occhi e, per la gioia mia e di tutti i fan di “Agents of Shield”, un inesperto Philip Coulson.

Un elemento che ho trovato molto ben fatto è stato l’inizio, poiché ci permette davvero di esplorare la civiltà Kree, forse il popolo di cui si parla maggiormente da “Avengers” in avanti, ma di cui si è visto meno. Tolta la parentesi dell’ultima stagione di “Agents of Shield”, i Kree appaiono sempre come un popolo distante e che appare praticamente solo per conquistare, senza una vera e propria analisi dei personaggi. Qui invece i Kree ci sono parecchio e vengono approfonditi molto, fin dall’inizio, cosa che si è rivelata un apprezzato elemento di novità rispetto ai film precedenti.

I personaggi sono estremamente ben delineati, a tutto tondo, con motivazioni autentiche e ben definite. La stessa freddezza di Vers, insolita per un protagonista, viene giustificata dall’addestramento rigido e repressivo dei Kree; tuttavia, come era già successo negli ultimi film del Marvel Cinematic Universe, l’approfondimento e la maggiore introspezione psicologica qui vengono riservati alla figura antagonista. Vedere poi il Nick Fury degli albori è stato veramente piacevole, poiché il suo personaggio gridava “maggiore approfondimento” dai tempi del secondo Captain America.

Il cast è ottimo: Jude Law è semplicemente strepitoso, Annette Bening meravigliosa e Samuel L.Jackson riesce a far emergere un personaggio splendido. Non mi è piaciuta molto Brie Larson tuttavia: avevo letto già molte critiche sulla sua scarsa espressività e devo dire che l’ho notato anche io. Sicuramente il suo essere imperturbabile viene giustificato in parte dal suo addestramento così particolare, ma i suoi stessi compagni di squadra, Jude Law in primis, sono molto espressivi e questo si nota fin dalle prime scene. Non l’ho visto in inglese, per cui non posso giudicare al cento per cento la sua recitazione, però l’ho trovata molto sottotono, soprattutto accanto ad attori come Annette Bening, Samuel L.Jackson e Jude Law.

In conclusione, un film veramente ben riuscito e carico di emozioni, soprattutto per i fan più accaniti dell’universo Marvel: lo consiglio a tutti e, mi raccomando… restate fino alla fine dei titoli di coda.

Captain Marvel

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