Recensione di “Tramonto a Oriente” di Federico Galdi

“Tramonto a Oriente” è un romanzo fantasy del 2019 scritto da Federico Galdi ed edito da Plesio, nella collana Aurendor. Ho acquistato questo libro al Salone Internazionale del Libro di Torino dove esordiva in anteprima: colpita dalla bellissima copertina e dal carattere espansivo dell’autore, ho subito comprato il romanzo.

Il libro è ambientato nel mondo di Wa, che dovrebbe rappresentare il Giappone del periodo Azuchi-Momoyama (tra la fine del Cinqucento e inizio Seicento), seppur con notevoli differenze, come evidenziato dallo stesso autore nei rigraziamenti. Il periodo di riferimento rappresenta un Giappone diviso in tre provincie e con un sistema feudale basato sui daimyō (vassalli), con a capo lo Shōgun: l’elemento non storico in questo caso è la presenza dei draghi.

Si tratta a tutti gli effetti di un romanzo dall’ambientazione fantastica, in cui i nobili possiedono draghi al loro servizio con cui condividono un forte legame e che cavalcano nei cieli. Tutta la storia segue le vicende delle provincie e del loro tentativo di unificazione, il tutto scandito da guerre e lotte di potere, con lo sfondo di potenti draghi che nascondono molti misteri.

I protagonisti che vediamo sono Minako e il fratello Shuǐlóng, uniti dal triste destino toccato alla loro famiglia durante la guerra, di cui vediamo la fine nel prologo; anni dopo, la donna ha scelto di vivere in un monastero lontana da tutti a causa dello shock patito durante gli scontri, mentre Shuǐlóng è diventato daimyō, nonostante abbia scelto di allontanarsi dallo shōgun. Tutto cambia quando i due fratelli vengono convocati nella capitale delle Tre Provincie, dove viene richiesto a Minako di sposarsi con Rajendra, lo shōgun dell’Occidente; quest’ultimo, infatti, possiede l’Incanto, una potente magia in grado di soggiogare i draghi, così come è stato fatto oltre duemila anni prima dell’inizio degli eventi narrati. Lo shōgun della capitale, paranoico e iracondo, è infatti convinto che i draghi stiano per ribellarsi, sconvolgendo l’ordine tenuto per millenni e rappresentando una minaccia terribile per tutte le persone.

Il romanzo ha una narrazione molto lineare, quasi di formazione, senza grandi colpi di scena e con un ritmo regolare. I personaggi sono approfonditi notevolmente, specialmente Minako, che ha probabilmente la storia più interessante e con più sviluppi. Attraverso il suo punto di vista narrante l’autore può parlare del ruolo della donna all’interno della società, della sindrome post-traumatica e dei disturbi di personalità, il tutto senza scadere nei cliché tipici della letteratura fantastica nostrana. Anche il personaggio del fratello è riuscito secondo me molto bene: Shuǐlóng incarna ideali semplici ma talvolta lontani dalla civiltà occidentale e il suo concetto di onore è tipico delle produzioni nipponiche, senza risultare mai finto ai nostri occhi.

Il terzo punto di vista narrante, Naito, sebbene giochi un ruolo cruciale, è forse l’elemento che mi ha convinto meno: mi ha ricordato il classico protagonista oscuro degli anime, con la battura sempre pronta e una tendenza a “blastare” gli altri personaggi, per questo avendo donne che gli si gettano inspiegabilmente ai piedi. Ho notato che si tratta quasi di un topos dei prodotti giapponesi, per cui penso che gli amanti della cultura nipponica potranno invece apprezzarlo.

Uno degli aspetti più importanti del romanzo è sicuramente la cultura giapponese, che per alcuni (come me) all’inizio sarà difficile da assorbire tutta insieme, specie per l’utilizzo costante dei nomi non tradotti. A fine libro c’è un utilissimo glossario (che io, ammetto, ho scoperto alla fine, perché le ultime pagine erano di un estratto e così non lo avevo notato), che consiglio di utilizzare per prendere familiarità con i nomi delle cariche, specialmente nei primi capitoli. La cultura nipponica ha elementi molto diversi dalla nostra, ma questi aspetti sono gestiti molto bene e i personaggi appaiono sempre verosimili, anche quando compiono azioni insolite per noi come il suicidio rituale o simili.

In conclusione, consiglio il romanzo a tutti gli amanti del Giappone, degli anime e dei manga, ma anche agli appassionati dei draghi: questa fantastica creatura viene infatti descritta in modo originale e interessante.

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