Recensione di “Passenger” di Alexandra Bracken

“Passenger” è un romanzo Young Adult di Alexandra Bracken del 2016, uscito nell’edizione italiana con Sperling&Kupfer: il libro ha venduto molto bene negli Stati Uniti, tanto da diventare il bestseller #1 del New York Times. Esiste un seguito, “Traveller”, che conclude la dilogia.

La protagonista del romanzo è Henrietta (Etta) Spencer, violinista al suo debutto, nata e cresciuta in un mondo colto e protetto, seguita da una mentore/balia chiamata Alice e dalla fredda e anaffettiva madre Rose. La sera del suo debutto, tuttavia, la sua vita cambia completamente: uno sparo che colpisce Alice e un viaggio inaspettato, così brusco da farle perdere i sensi. Al suo risveglio, Etta si ritrova su una nave del 1776 diretta a New York, dove fa la conoscenza di Nicholas, giovane capitano della nave e guardato male da alcuni ufficiali poiché di colore. Etta incontra anche Sophia, la ragazza che afferma averla presa nella sua epoca: questa le rivela infatti che entrambe posseggono la capacità di viaggiare nel tempo e che questa sua abilità dovrà essere messa al servizio del nonno di Sophia, Cyrus Ironwood. Questo padre/padrone di famiglia, infatti, controlla i viaggiatori del tempo, ma era stato ingannato anni addietro dalla madre di Etta, Rose, e ora ha bisogno del suo aiuto per ritrovare un importante manufatto. Etta si persuade di poter sfruttare la situazione a suo vantaggio ed utilizzare la capacità di viaggiare nel tempo per poter tornare al giorno del suo debutto ed impedire la sparatoria.

Il libro è in perfetto stile Alexandra Bracken, di cui già avevo letto un libro: punta tutto sul ritmo e sulla caratterizzazione dei personaggi. La vicenda è sempre avvincente, non ci sono punti morti e l’azione si sussegue incalzante; è presente anche un apprezzato e ben riuscito colpo di scena nel finale, che tra l’altro lascia la voglia addosso di leggere il seguito. I personaggi, poi, sono descritti efficacemente: viene dato grande risalto alla condizione femminile nei secoli e a come questa possa essere svantaggiosa per una viaggiatrice del tempo. Questo aspetto è riuscito molto bene nel presentare i rapporti tra i personaggi e le loro reazioni attraverso le varie epoche. La questione femminile non è l’unica controversa a venire affrontata dal libro, dal momento che il protagonista maschile è di colore ed è un ex-schiavo, come non viene mai mancato di ricordare. Ho trovato inoltre molto realistico che i personaggi fossero a tutto tondo, ognuno con personalità definite e, talvolta, tormentate; i “cattivi”, in particolare, sono tutti molto genuini e con motivazioni importanti, per cui il lettore si trova anche a provare per loro empatia.

Il romanzo ha inoltre una forte componente romance, elemento secondo me gestito in maniera molto delicata e inserita perfettamente nella narrazione; io non sono un’appassionata di storie romantiche, ma ho trovato la vicenda godibile e non noiosa o melensa.

In conclusione, ho conosciuto da poco questa autrice ma mi sta davvero appassionando: consiglio il suo libro a tutti gli amanti dei viaggi nel tempo (qui la questione è trattata con regole interessanti e peculiari), ai fan dei romance e dei YA.

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