Recensione di “Le sette morti di Evelyn Hardcastle” di Stuart Turton / Review of “The seven deaths of Evelyn Hardcastle” by Stuart Turton

La recensione è presente in doppia lingua. / English Follows!

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“Le sette morti di Evelyn Hardcastle” è un romanzo giallo scritto da Stuart Turton e uscito in Italia con Neri Pozza a Marzo 2019. Ho atteso un po’ prima di provare a leggerlo, poiché non avevo apprezzato la polemica scaturita su Instagram al momento del lancio, ma alla fine gli ho dato una chance… ed è probabilmente uno dei più bei libri che ho letto da molto tempo.

Si tratta di un libro davvero insolito, con un inizio che può spiazzare il lettore, poiché appare complesso e, almeno al principio, incomprensibile. Il protagonista si sveglia confuso, senza alcun ricordo di sé se non un nome tra le labbra, “Anna”, bloccato in una casa, Blackheath House, i cui ospiti sono legati tra loro da un oscuro passato. Diciannove anni prima, in quella stessa casa, il giovane figlio dei proprietari, i signori Hardcastle, Thomas, veniva trovato assassinato brutalmente davanti al loro laghetto; ora la stessa sorte sembra dover toccare alla figlia Evelyn, ma questa volta c’è un elemento diverso. Il protagonista, di cui all’inizio non conosciamo nemmeno il nome, ha otto giorni  per risolvere questo omicidio e, in questo tempo, si sveglia sempre la stessa mattina in un corpo diverso di uno degli ospiti. Se non riuscirà a comunicare il nome dell’assassino entro le otto incarnazioni che ha disposizione, il “gioco” ricomincerà e lui resterà bloccato in questo loop a Blackheath.

Nonostante vi siano viaggi nel tempo, scenari alla Inception e Black Mirror, il giallo per buona parte sembra uno di quelli di Agatha Christie: casa inglese di Lord, personaggi illustri, divisione tra ospiti e servitù, ma soprattutto tanti moventi e misteri, tutti da scoprire.

La trama, dopo i primi due capitoli spiazzanti, parte rapida e incalzante e, nonostante il libro sia molto lungo, lo si divora in poco tempo. I personaggi sono complessi e trattati con empatia e profondità, l’ambientazione un po’ claustrofobica è suggestiva e coinvolgente. Ho apprezzato molto che la trama gialla si svolgesse su due piani, sia con le indagini sulla morte di Evelyn, sia su quelle di Thomas, l’omicidio di diciannove anni prima; la cosa che mi è piaciuta di più, però, è il modo del protagonista di rapportarsi alle sue incarnazioni, dapprima come occupante predominante, dopo sempre più influenzato dal loro modo di pensare e dai loro ricordi: un vero tocco di classe che questi personaggi da lui “occupati” non fossero i soliti aitanti e giovani protagonisti a cui siamo abituati, ma spazieranno da un codardo, un obeso disabile, un anziano, un violentatore seriale e così via, tutti con i loro difetti (alcuni disgustosi), ma tutti con il loro ruolo da giocare.

“Le sette morti di Evelyn Hardcastle” è, secondo me, un romanzo stupendo, mi ha emozionato come non credevo potesse e, nel finale, ero così esaltata da non poter mettere giù il libro nemmeno per fare una pausa; trama avvincente intricata, colpi di scena, ambientazione perfetta e personaggi completi, praticamente un libro perfetto.

Non posso dire altro che consigliarlo a tutti quanti, sia gli appassionati di gialli, di thriller, ma anche della fantascienza e degli scenari inglesi alla Gosford Park: un mix davvero ammirevole di tutti questi elementi.

 

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“The seven deaths of Evelyn Hardcastle” is a detective story written by Stuart Turton and published by Raven Books in 2018. I waited a while before trying to read it but eventually it was a great idea, since it’s probably one of the most beautiful books I’ve read for a long time.

It’s a very unusual book, with a beginning that can surprise the reader, because it appears complex and, at least at the beginning, incomprehensible. The main character wakes up confused, without any memory of himself except a name between his lips, “Anna”; he’s stuck in Blackheath House, whose guests are linked to each other by a dark past. Nineteen years earlier, in that same house, the young son of the owners, the Hardcastles, Thomas, was found brutally murdered in front of their pond; now the same fate seems to await his sister Evelyn, but this time there is a different element. The main character, whose name we don’t even know at first, has eight days to solve this murder and, in this time, he wakes up always the same morning in the body of one different guest. If he can’t communicate the name of the killer within the eight incarnations, the “game” will start again and he will be stuck in this loop at Blackheath.
Despite there are elements reminiscing of time travel, Inception and Black Mirror’, the mystery for the most part looks like Agatha Christie’s one: English house, famous people, division between guests and servants, but especially many motives and mysteries, all to be discovered.
The plot, after the first two unsettling chapters, starts fast and intriguing and, although the book is very long, you will read it in a short time. The characters are complex and treated with empathy and depth, the setting, albeit a bit claustrophobic, is suggestive and engaging. I really appreciated that the “detective” plot took place on two levels, both with the investigations into the death of Evelyn, and those of Thomas, the murder of nineteen years earlier. The thing I liked most, however, is the way the main character relates to his incarnations, first as a predominant occupant, then more and more influenced by their way of thinking and their memories: a real touch was that these characters were not the usual attractive young protagonists to whom we are accustomed, but will range from a coward, an obese disabled man, an old man, a serial rapist and so on, all with their flaws (some of them disgusting), but all with their role to play.

“The seven deaths of Evelyn Hardcastle” is, in my opinion, a wonderful novel; it excited me as I didn’t think it could and, in the end, I was so exalted that I couldn’t put down the book even to take a break; intricate plot, twists and turns, perfect setting and complete characters, basically a perfect book.

I can’t say much more than recommend it to everyone, whether they’re fans of thrillers, crime stories, but also of science fiction and the English family dramas like Gosford Park: a truly admirable mix of all these elements.

 

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