“Fabbricante di lacrime” è un romanzo, di genere romance e indirizzato a un pubblico Young Adult, scritto da Erin Doom (pseudonimo di un’autrice italiana che preferisce rimanere anonima), pubblicato prima su Wattpad, poi come autopubblicazione, e infine edito da Salani.
Il libro è stato un grande successo di pubblico, arrivando a vendere 450.000 copie e diventando così il libro più venduto del 2022.
Nica è un’orfana diciassettenne che vive in un istituto in Alabama, un posto triste e squallido dove i bambini si raccontano tra loro fiabe di loro invenzione (come, appunto, la storia del Fabbricante di Lacrime del titolo); Nica è una ragazza dolce e sensibile, che ama gli insetti.
Un giorno una coppia di coniugi decide di adottarla, cosa che a Nica sembra un sogno in cui non sperava più: tuttavia, dopo avergli sentito suonare il pianoforte, i due decidono di adottare anche Rigel, un coetaneo di Nica che, pur essendo educato e impeccabile di fronte agli adulti, tormenta e terrorizza Nica dal suo arrivo all’istituto molti anni prima.
Nella convivenza forzata della nuova casa, i due si avvicineranno e, ovviamente, nascerà l’amore.
Questo libro è stato un po’ difficile da finire per me e il motivo principale è che non sono la lettrice target del romanzo: mi rendo conto che molti elementi che io ho trovato un po’ noiosi sono, per le amanti del genere, i punti di forza del romanzo.
Gran parte del libro, specialmente la prima metà, sembra essere dedicata a descrivere la bellezza di Rigel e il suo fascino maledetto, cosa che probabilmente fa molta presa su un pubblico più giovane ma io, alla soglia ormai dei quarant’anni, fatico a immaginare il magnetismo animale di un diciassettenne (continuavo a pensare “ma cosa te la tiri, hai 12 anni”).
Detto questo, superata la prima parte, il libro diventa abbastanza scorrevole; gli eventi sono soprattutto concentrati nell’ultimo terzo della storia, e la struttura risente un po’ dell’impostazione Wattpad, per cui è concepito per essere letto un capitolo a settimana piuttosto che tutto assieme.
I personaggi sono ben caratterizzati e alcuni momenti, per esempio quando si delinea il rapporto tra Nica e la madre adottiva Anna, sono descritti in modo delicato, strappando persino qualche istante di commozione.
Insomma, penso che il libro nel complesso sia ben scritto e che Erin Doom sia una scrittrice con un talento che potrà ulteriormente sbocciare in futuro.
Il mio problema principale leggendo questa storia non ha del tutto a che fare con il romanzo, o almeno non solo, quanto con l’idea di amore che viene descritta. Sono consapevole che questa caratteristica non è esclusiva del “Fabbricante di Lacrime”, tanto che esiste un intero sottogenere chiamato “bully romance”, ma il grande successo di questa opera mi spinge ad affrontare l’argomento.
Rigel si comporta con Nica come un bullo da manuale: nell’orfanatrofio le fa i dispetti quando gli altri non guardano, le tira e rovina i vestiti, in generale la tratta male fino al punto in cui lei è evidentemente a disagio per il solo stare nella sua stessa stanza. Negli eventi descritti direttamente nel romanzo lo vediamo insultarla più o meno velatamente, prendere a pugni chiunque le si avvicini troppo, mandarle una rosa anonimamente per poi strapparla e rovinarla (con grande costernazione di Nica), urlarle contro in diverse occasioni e in generale facendole una tale pressione psicologica per cui Nica deve costantemente stare all’erta e camminare sulle uova per timore di disturbarlo.
Naturalmente, essendo un romance, verranno fuori un sacco di convenienti spiegazioni per giustificarlo, però, di fatto, il libro è una variazione sul tema del vecchio adagio per cui un ragazzo “ti tratta male perché gli piaci!”, e questo è descritto un comportamento romantico e persino desiderabile.
Addirittura viene introdotto un altro ragazzo che fa il filo a Nica (tale Lionel) ma anche lui viene proposto come un modello negativo, in quanto le sue buone maniere verso Nica vengono presentate come un tentativo di approfittarsi di lei. Gli viene anche rimproverato di essere egocentrico e di parlare solo di cose che interessano a lui, che in effetti è una critica già più ragionevole; a sua discolpa, tuttavia, va detto che Nica sembra parlare solo di Rigel oppure di insetti e instaurare una conversazione nei suoi termini non sembra facilissimo.
Come contraltare alla mascolinità aggressiva e violenta di Rigel, viene proposto come modello femminile una ragazza che non ha un grammo non solo di cattiveria, ma di semplice amor proprio o spirito di conservazione, e che giura a Rigel che grazie al suo amore gli insegnerà a stare al mondo; Nica non sembra avere altra ragione di vita, a parte salvare bacarozzi e lumachine dagli angoli delle strade, che fungere da centro di recupero, terapista e infermiera di Rigel.
Il tutto potrebbe essere derubricato come inverosimile se non fosse che, tragicamente, la cronaca nera è piena di vittime che sono state uccise dal partner perché per troppo tempo sono state accomodanti, accudienti e disponibili, proprio come Nica, e che non se ne sono andate forse perché convinte che davvero il loro amore avrebbe potuto cambiare un partner violento.
Personalmente, preferirei leggere libri che propongano un’idea di amore fondata sul rispetto e su dinamiche positive, e soprattutto preferirei di gran lunga che alle adolescenti venisse fornita un’immagine romanticizzata di gentilezza, rispetto e supporto piuttosto che di violenza e del bullismo.
Nel mondo del “Fabbricante di Lacrime”, dietro alle mancanze di rispetto c’è sempre una comoda spiegazione; nella realtà invece c’è sempre uno stronzo, e non c’è quantità di triste storie pregresse o traumi infantili che giustifichi la violenza fisica o psicologica.
In conclusione, non credo che consiglierei questo romanzo, sebbene mi renda conto che l’autrice ha un indubbio talento e le faccia le congratulazioni per il suo successo, nonché tutti i miei auguri per il suo percorso professionale.

Tutto sommato anche l’autore del “Mein kampf” ha uno stile maturo, scorrevole e molto efficace… ma allo stesso modo io non mi sentirei di consigliare la lettura di tale testo, soprattutto in tempi bui quali stiamo vivendo oggi.
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