“L’Impero degli Immortali: La Lacrima dell’Arcangelo” è il primo romanzo della dilogia low fantasy scritta e prodotta da J.L. Goodwell. Ho avuto il piacere di vincere una copia di questo libro al Secret Santa del gruppo Facebook “Alla scoperta di autori indipendenti”.
La storia si svolge in un mondo che assomiglia all’Italia delle signorie, con addirittura alcuni nomi molto riconoscibili come Florenzia; non solo, in questa ambientazione un ruolo molto importante riveste la religione, che ricalca in modo ancora più romanzato e fantasioso la Bibbia (troviamo anche arcangeli, angeli caduti, i peccati, un paradiso e persino un pontefice).
La nostra protagonista è Miriam, un Sicario di Dio dell’Ordine di Azrael, in cui è entrata da bambina, praticamente abbandonata dalla donna che l’ha cresciuta, Cecilia Dragomanni. La ragazza non si sente veramente al suo posto nell’ordine e, resa ancora più diversa dagli altri per una macchia cremisi nell’occhio sinistro, fatica a trovare la sua dimensione. Quando viene convocata per una missione, in apparenza ordinaria, e ritrova la sua mentore Cecilia, inizierà a scoprire una serie di segreti e bugie, che culmineranno in una scoperta sconvolgente nelle terre degli Adaram.
Il romanzo si presenta come un lungo prologo della vicenda e dobbiamo aspettare un bel po’ per entrare nel vivo degli eventi; fortunatamente, il lettore si trova trasportato in un mondo curato nei minimi dettagli e descritto in maniera approfondita. In molte scene, secondo me, sembrava di trovarsi proprio lì. Ho apprezzato moltissimo che l’autrice non lesinasse sulle spiegazioni: ultimamente tutti i libri che trovo usano uno show, don’t tell eccessivo e, per capire qualcosa sull’ambientazione e la storia, devi arrivare a metà libro, con molta frustrazione e confusione. Qui no, tutto è molto chiaro e, secondo me, le storie che vengono raccontate, a volte come leggende a volte come dogmi religiosi, sono la parte migliore del romanzo.
Difficile non notare gli omaggi ad altre opere (Sirius e Regulus in primis), ma soprattutto alla storia delle signorie italiane, con tanto di corporazioni, giochi di potere, lotte intestine e il potere temporale della chiesa.
Per i miei gusti, avrei gradito più azione, soprattutto nella parte centrale del libro, ma il romanzo è essenzialmente character driven, con spazio preponderante alle scoperte e alla crescita di Miriam. Dovremmo aspettare il volume due, immagino, per vedere tutti menare le mani.
In conclusione, un romanzo con ampie e belle descrizioni, che penso farà impazzire chi cerca un wordbuilding dettagliato e approfondito.

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