Recensione “Nectunia” di Daniela Ruggero

Un altro libro del nostro bottino del Salone del Libro è stato “Nectunia” di Daniela Ruggero, edito dalla Dark Zone, libro che ho divorato letteralmente in poche ore.
Si tratta di un libro di fantascienza, il cui nodo centrale è la contrapposizione tra ideale utopico (un mondo senza guerre, malattie e senza inquinamento, un ambiente fatto di fratellanza e soprattutto pace) e orrore distopico, elementi sapientemente resi meno differenziabili da un’ambientazione che li fonde insieme, come due facce della stessa medaglia.
Il romanzo si apre con una premessa da brivido: in poche pagine l’autrice sovverte il mondo classico, lasciandolo annientato da epidemie inquietanti (emorragiche, riportando alla memoria del lettore la psicosi da ebola) e riportato alla vita da un nuovo ordine mondiale, fatto di regole ferree e piani precostituiti che però evitano gli scontri interni.
La narrazione è fluida, avvincente, retta da due punti di vista diversi, uno inserito in questo mondo regolato (Elèna, una ragazza che scopre il destino che questo sistema di regole le ha riservato) e un altro dalla parte opposta, cioè dall’oppizione (Amber, generale di Nectunia, costretta a vivere nascosta).
Ci sono molti personaggi, ognuno che affronta diversamente la situazione estrema in cui viene posto, ma credo che una menzione particolare vada a Nicolas, love interest del personaggio di Amber, poiché svolge il tradizionale ruolo di distrazione/attrazione sul protagonista, compito che normalmente è riservato ai personaggi femminili. Viene descritto bello, affascinante e misterioso, ma è impulsivo, stupido e aggressivo, cosa che lo porta a fare scelte che muovono la narrazione, ma creano allo stesso tempo una voglia matta di prenderlo a pugni da parte del lettore. Mi piace sempre vedere personaggi maschili sciocchi ma belli, di buon cuore ma che fanno danni, visto che siamo abituati a vedere sempre queste caratteristiche nei love interest femminili, quindi il sovvertimento è estremamente piacevole e insolito.
La storia è avvincente, ben costruita, specialmente le premesse: la prima parte, quella sul passato, è molto intrigante e spero (penso) sarà approfondita di più nei successivi, visto che mi sembra chiaro che questo sia il primo di una serie.
Il libro è appena uscito, non credo sia neanche presente ancora su Amazon, quindi sono stata doppiamente felice di essere tra le prime a leggerlo: trattandosi di una prima edizione, come spesso capita anche con le grandi CE, sono presenti ancora diversi errori, specialmente nella punteggiatura (nella prima parte, nei dialoghi, manca sempre la virgola prima del nome della persona alla quale si sta rivolgendo e sono presenti alcuni refusi), ma niente di grave e che non possa essere corretto nelle prossime edizioni.
Per concludere, lo consiglierei agli amanti del genere distopico alla “The Giver” o “Divergent”.
Ultima nota, la copertina: è veramente figa e rende veramente bene, per cui complimenti a Livia De Simone

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