“Fidanzati dell’inverno” è il primo volume della saga fantasy YA “L’attraversaspecchi” di Christelle Dabos, edito in Italia da E/O.
In realtà ho letto questo libro l’anno scorso, ma dal momento che ho notato che ancora se ne parla parecchio nei vari gruppi di letteratura Fantasy ho deciso di fare la recensione anche a mesi di distanza e a ridosso dell’uscita del seguito.
Il romanzo è ambientato in un mondo vagamente ottocentesco, dalle atmosfere steampunk, in cui le persone vivono in varie Arche, organizzazioni simile a isole o pianeti a sé stanti, dove gli abitanti hanno diverse abilità sovrannaturali e culture differenti.
La protagonista, Ofelia, è originaria dell’Arca Anima, un luogo familiare, dove le persone sono dirette e sembrano perlopiù bene intenzionate, dove lavora come curatrice museale: la sua abilità è quella di attraversare gli specchi e di “leggere” attraverso l’imposizione delle mani la storia degli oggetti con cui entra in contatto.
Ofelia viene promessa in sposa al laconico Thorn, della potente famiglia dei Draghi, e deve lasciare la sua casa e il suo amato lavoro per trasferirsi nell’Arca Polo dove risiede la corte di Città-cielo, un luogo ben diverso: qui scopre di essere suo malgrado coinvolta in vari intrighi politici, in un ambiente che ricorda il palazzo di Versailles, dove tutti mentono e non è possibile fidarsi proprio di nessuno, men che mai dell’enigmatico fidanzato.
Nonostante il titolo suggerisca l’importanza del fidanzamento tra i due ragazzi, non c’è una storia d’amore tra i due: la protagonista passa la maggior parte del tempo con altri personaggi, o nascosta in forma di valletto tramite un’illusione; in qualche modo però i personaggi di Ofelia e Thorn si avvicinano gradualmente e la fine del romanzo lascia la voglia di saperne di più su come si evolveranno le cose tra loro.
Ammetto che all’inizio il romanzo sembra un po’ banale, introducendo la protagonista come goffa e maldestra, proprio come la Bella Swan di Twilight; al momento del suo arrivo a Polo, tuttavia, la storia prende una piega inaspettata e decisamente intrigante. Il personaggio evolve in modo convincente fino a diventare una protagonista realistica, con le sue debolezze (ho apprezzato che l’umidità e il freddo le causassero una poco romantica bronchite, cosa in cui mi sono identificata) ma anche la sua forza di carattere, e si finisce davvero con l’affezionarsi a lei.
Anche il fidanzato, che viene presentato come brusco e di poche parole, non appare particolarmente affascinante o del tipo che le nasconde le cose per il suo bene, quanto genuinamente incapace di comportarsi in società e persino maleducato.
Il personaggio che mi è piaciuto di più è stato la zia di Ofelia, Roseline, che accompagna la nipote nel suo viaggio e viene inizialmente presentata come la classica parente un po’ impicciona come ne appaiono nei romanzi di Jane Austen; nel corso del libro invece la percezione di lei da parte del lettore cambia completamente, e questo mi ha piacevolmente stupita.
In generale i personaggi di contorno sono davvero ben costruiti e le relazioni tra i vari personaggi non sono mai scontate.
L’ambientazione è particolarmente originale nel panorama fantasy, e le varie Arche e culture sono ben caratterizzate e affascinanti.
Nonostante il libro non tocchi tematiche particolarmente profonde e non cerchi di comunicare al lettore nessun messaggio particolare, il romanzo è davvero avvincente e scorrevole, e ti costringe a girare una pagina dietro l’altra.
È un’ottima lettura di intrattenimento, ben congegnata e ben realizzata, che soddisferà gli amanti di Harry Potter e di “Queste Oscure Materie” di Philip Pullman.
Il secondo volume, “Gli Scomparsi di Chiardiluna”, è appena uscito, e confesso che non sto più nella pelle; prometto che vi farò sapere a breve!