Recensione de “La lacrima dell’ibisco” di Marcello Benelli

“La lacrima dell’ibisco- Tomo primo: L’occhio di pietra” è un romanzo high fantasy, esordio dell’autore italiano Marcello Benelli, ed edito da Editrice GDS.
Il regno di Eptagonìa è governato dal giovane re Aheànder, sposato con l’amata lady Lizabeth, una donna sensibile, tormentata da sogni premonitori.
Da anni, il reame è in cattivi rapporti con gli elfi neri, uniti sotto l’egida del misterioso Re Oscuro, ma il conflitto vero e proprio scoppia quando degli elfi uccidono due maghi di Eptagonìa e attaccano il castello per rapire Lizabeth.
Questa finisce nelle grinfie della perfida maga Sjbil, che cerca di riportare alla luce dei ricordi nascosti dentro di lei.
Aheànder, intanto, si mette in viaggio per cercare il modo di vincere il Re oscuro e liberare il mondo dalla sua nefasta influenza.
Nel frattempo, la maga Malyka si mette in viaggio per rintracciare un’altra maga che possa aiutarla a proteggere il castello.
L’ambientazione del romanzo è quella dell’high fantasy più classico, di cui ritroviamo molti elementi come la contrapposizione tra regni che rappresentano luce e tenebra, la presenza di elfi (divisi in vari popoli, come “neri” e “silvani”), il ruolo preponderante della magia, il tema del viaggio e la ricerca di oggetti magici, che rimandano anche ai giochi di ruolo come D&D. Il viaggio di Aheànder mi ha ricordato anche la struttura dei poemi cavallereschi.
Lo stile dell’autore è ricercato, ricco di descrizioni e passaggi quasi lirici.
C’è una grande quantità di personaggi che si succedono alla narrazione, cosa che a volte risulta un po’ dispersiva per il lettore; personalmente la sottotrama che ho trovato più avvincente è quella che vede l’interazione tra Malyka e la maga elfica Luthrlel, due nemiche che, per sopravvivere, finiscono con l’instaurare una riluttante tregua.
Nonostante abbia apprezzato lo sforzo per inserire vari personaggi femminili, questi sono perlopiù delineati in modo ancora piuttosto stereotipato; ogni descrizione fisica delle donne del libro (persino di quelle più anziane) si sofferma sui loro seni, cosa che ho trovato un po’ strana.
Segnalo che questo primo romanzo non chiude alcuna linea narrativa: tutte le storie rimangono in sospeso, in alcuni casi anche molti capitoli prima della fine, in attesa di una risoluzione nei volumi successivi.
In conclusione, penso che questo romanzo potrà piacere soprattutto a chi ama le saghe high fantasy molto tradizionali e vuole ritrovare le atmosfere dei giochi di ruolo.

la lacrima dell'ibisco

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