“Mari Aperti” è un’antologia fantasy illustrata, pubblicata nel 2020 dal progetto “Senza confine” e con l’obiettivo di raccogliere fondi per “Open Arms”, ONG che si occupa del salvataggio di persone nel Mediterraneo.
Diversi sono gli autori e illustratori che hanno partecipato al progetto.
L’antologia è strutturata in racconti, preceduti da un’illustrazione; di seguito l’elenco.
- “In un giorno e una notte” di Mauro Longo (illustrazione di Pietro Rotelli)
- “Gli orfani di Assalung” di Federica Soprani (illustrazione di Daniela Giubellini)
- “Sette volte Wodenn” di Francesco Lanza (illustrazione di Barbara Aversa)
- “Long Nu, la ragazza-drago” di Monica Serra (illustrazione di Viviana Marinucci)
- “Pensieri di confine” di Jill Parker (illustrazione di Giulia Darcy Rosati)
- “L’ultimo grido degli dèi” di Marta Duò (Illustrazione di Andrea Piera Laguzzi)
- “Il rifugio del signore del mare” di Andrea Marinucci Foa e Manuela Leoni (illustrazione di Morgana Marinucci)
- “Aylan a chi?/ Quarantesettesimo Parallelo” di Alessandro Chiometti (illustrazioni di Claudio Calia)
- “Mare Inferum” di Maikel Maryn (illustrazione di SoloMacello)
- “Mari di fantasia- l’immaginario del mare in letteratura” di Giorgio Smojver (illustrazione di Morgana Marinucci)
Come tutte le antologie tematiche, l’opera è composta da diversi racconti, tutti accomunati dalla tematica tanto cara al progetto, cioè la vita in mare e, più in generale, il concetto di profugo o colui che fugge per trovare una vita diversa.
Sono sempre stupita da come il fantasy riesca a parlare di tematiche attuali rendendole eterne e accessibili a chiunque, al di là di politica e opinioni, parlando un linguaggio universale e così di impatto. Ogni autore sceglie di enfatizzare un aspetto, dalla fuga per un futuro migliore, alle richieste di aiuto, alla lotta allo schiavismo, alla ricerca della libertà.
Il punto focale è sicuramente il mare che nell’antologia, a seconda dell’autore (chi più, chi meno) assume un ruolo chiave, ma polarizzato su due aspetti, quello salvifico e quello terrificante. Il mare rappresenta la libertà, la fuga, le possibilità, il futuro in un certo senso, ma anche la morte, la violenza, l’ineluttabilità delle forze naturali.
Da un punto di vista stilistico, gli autori hanno modi di scrivere diversi tra loro, ma in generale ho trovato una preponderanza dello stile “classico” avventuroso/high fantasy. Solo alcuni si sono discostati dal canone, in particolare “Quarantesettesimo parallelo” è a tutti gli effetti un distopico futuristico.
Ho trovato tutti i racconti godibili e piacevoli: alcuni autori li conoscevo e amavo già (Marta Duò e Federica Soprani, per esempio), e infatti non mi hanno deluso (“L’ultimo grido degli dèi” mi ha conquistata), altri sono stati una piacevole scoperta.
In conclusione, un’antologia fantasy che potrà essere apprezzata dagli appassionati di racconti e a chi ama le ambientazioni di mare. Ultimo, ma non meno importante, i ricavi andranno in beneficienza. Cosa state aspettando?
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