“Chelabron” è un romanzo fantasy scritto da Titania Blesh e pubblicato dalla casa editrice Dark Zone nel 2021, vincitore del Trofeo Cassiopea 2022. Si tratta di uno degli acquisti cartacei che ho fatto al Salone del Libro di Torino questo ottobre e aspettava solo il momento giusto per essere letto.
Ambientato in un insolito mondo futuristico, dove le città poggiano le loro mura su dorsi di enormi granchi rossi, “Chelabron” è la storia di due ragazze che devono sopravvivere a guerre, fame, ma anche le proprie battaglie personali.
Niniin è figlia della Generale della città, ma sogna di diventare una Cerebrale (il corpo scelto che si occupa di controllare il cervello del granchio e mantenere al sicuro la città che poggia su di esso); il suo principale ostacolo però è l’insicurezza, che le deriva da una famiglia “invadente”, nel senso che le garantiscono un certo status ma allo stesso la sminuiscono continuamente.
Accanto a questa immagine solo in apparenza privilegiata, troviamo l’altra protagonista, Arenaria: lei vive in un’altra città- granchio, però in rovina. Ha un rapporto affettuoso col padre, ma è impetuosa e impulsiva, caratterizzata dall’ossessione per diventare un’eroina che salverà il suo popolo e sarà acclamata dalla gente.
Il contrasto tra le due protagoniste è totale eppure il libro è dominato dalla loro capacità di legare e confrontarsi, portando la storia ad essere analizzata da punti di vista e situazioni differenti, complice un sapiente uso dell’alternanza dei capitoli e delle narratrici.
Il wordbuilding è davvero particolare: credo sia uno dei libri più originali che abbia letto negli ultimi tempi. I granchi sono una risorsa, una potenza, ma sono anche l’intero mondo e questo finisce con il “schiacciare” le protagoniste in ruoli che non sempre vanno loro a genio. Ammetto che avrei desiderato maggiore approfondimento su questo mondo in rovina in cui gli umani sono costretti a vivere su enormi artropodi per sopravvivere: talvolta ho trovato lacunose le spiegazioni e avrei desiderato maggiore focus per l’ambiente circostante.
I personaggi sono approfonditi benissimo, secondo me, e sono il vero punto forte del libro. Niniin è paurosa, insicura, persino debole in apparenza, ma in realtà cresce, matura, presentandoci una psiche mai banale e sfaccettata. Ha ambizione, orgoglio, ma celati dietro educazione e incertezza. Arenaria, allo stesso tempo, è un tipo un po’ grezzo: è buona, capace di grande coraggio e sensibilità, ma anche lei rimane spesso nascosta dietro un’immagine troppo gioviale e con battutacce scadenti (che ho molto apprezzato!).
Entrambe le ragazze sono vere, mai stereotipate e con un loro carattere definito e non perfetto. Ho trovato che entrambe emergessero molto bene con un altro personaggio importante, Sandros, giovane e brillante Cerebrale, che è sia il principale antagonista di Niniin che “aiutante” di Arenaria. Sarcastico, sulla difensiva, orgoglioso e con un marcato difetto di proncuncia, il suo personaggio ci regala molte riflessioni importanti sulla famiglia, la dignità e la disabilità: una parte davvero riuscita molto bene.
Dal punto di vista della forma, ho apprezzato lo stile di scrittura dell’autrice e soprattutto il suo modo di sfruttare il doppio punto di vista. Personalmente, ho trovato la prima parte un po’ troppo lenta, con descrizioni a volte ripetitive e scene non necessarie; la seconda parte, invece, con più azione e più approfondimento dei personaggi, mi è sembrata una boccata di aria fresca.
In conclusione, un romanzo davvero interessante e divertente, con un worldbuiliding diverso dal solito e con protagonisti a tutto tondo. Assolutamente consigliato!
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