“La regina dei draghi” è il secondo volume della saga di Signori dei Draghi di Barbara Repetto.
Si tratta di un seguito a sorpresa, perché il primo volume, “La vergine e il drago” era stato concepito per essere autoconclusivo.
Se non avete letto il primo, non continuate perché è tutto uno spoiler.
La storia riprende poco dopo quando l’avevamo lasciata, con Lilian regina e Ayron al suo fianco. Solo che le cose non sono semplici come nel finale “volemose bene” del primo: lui è sempre uno zotico guerriero traumatizzato dai sensi di colpa e lei è una regina che deve pensare al regno. L’amore semplicemente non basta, ancora di più perché un eventuale matrimonio farebbe andare Ayron sul trono, cosa che appare pessima agli occhi di qualunque lettore. A complicare il tutto, Lilian è pure incinta, in un momento in cui la sua leadership è ancora da stabilizzarsi e un regno vicino scalpita per metterla in discussione.
Tutto da adesso in avanti finirà per dividere i due amati.
Confesso che mi era piaciuto il finale del primo e non sentivo il bisogno di altri volumi; ciononostante, ho apprezzato vedere l’altra faccia del lieto fine, cioè quando due personaggi così diversi e mal assortiti cercano di far quadrare l’unione, al di là della passione.
Perché ok che “Ayron è bello come un dio”, frase ripetuta un paio di volte dal pdv di Lilian, ma è anche l’ultimo al mondo che avrei messo sul trono. In tutto questo non ho veramente capito perché non potesse fare semplicemente il principe consorte e via, facendo quello di cui è capace, cioè il love interest della Regina.
Il suo personaggio non mi piaceva nel primo e continuo a trovarlo debole nel secondo, ma il punto che funziona è proprio questo: l’amore è cieco, e la regina vuole semplicemente lui e basta.
Lilian è contraddittoria e tutto ci porta a dubitare delle sue scelte. Dovrebbe rappresentare l’emancipazione femminile ma è un personaggio pieno di pregiudizi sessisti: ogni volta che si confronta con le donne di corte le minimizza e le definisce oche (ironicamente si lamenta tutto il libro di non venire presa sul serio), riflette che la gravidanza renda la sovrana poco affidabile e riesce persino a biasimare la serva che si è fatta frustare dal sovrano perché “con poca volontà”. Come lettrice, iniziavo a trovarla pessima… e infatti è proprio lì che si arriva. Il lettore dubita della regina e finisce, anche se per poco tempo, dalla parte del cattivo che, come in ogni buon libro, è un bellissimo personaggio.
Il colpo di scena, ammetto, lo avevo capito dopo pochi capitoli, ma non per questo l’ho apprezzato di meno.
Il finale apre la porta a un crossover con l’altra saga dell’autrice (Ciclo dei guerrieri del Sole), per cui sicuramente avremo almeno un terzo volume. Credo che potremo aspettarci più draghi nei seguiti (qui erano un po’ in sordina)
In conclusione, se avete letto il primo volume e vi è piaciuto, apprezzerete di sicuro questo seguito. E ora non resta che aspettare il terzo.

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