“La città dell’assedio” è il seguito de “La città delle streghe” (qui la recensione del primo volume: https://themantovanis.blog/2018/06/26/recensione-de-la-citta-delle-streghe-di-luca-buggio/), edito da La Corte Editore
Il secondo capitolo della saga di Luca Buggio ambientata nella Torino degli inizi del 1700 ci fa ritrovare i protagonisti, Laura e Gustìn, in una città ormai assediata dall’esercito francese, dove, alla paura del popolo per la propria sorte, la carenza di cibo e il pericolo dei bombardamenti, si aggiunge anche il terrore per dei sanguinosi omicidi che sembrano essere stati commessi da un’entità soprannaturale.
Mentre Laura inizierà a ricordare la verità sulle proprie azioni e le proprie capacità, Gustìn si ritroverà a mettere in dubbio le proprie certezze e la propria intransigente razionalità per scoprire i colpevoli degli omicidi e capire come questi sono legati alla sorte della città.
Come il precedente, anche questo romanzo è molto avvincente e ricco di colpi di scena, e mi ha ricordato i romanzi di Ken Follett nell’equilibrio tra descrizioni della vita dell’epoca e capitoli di azione.
Secondo me spesso il secondo volume di una saga è il più interessante, perché, dopo aver imparato a conoscere i personaggi nel primo libro, ora li vediamo entrare davvero nel vivo della vicenda.
Così è anche per “La città dell’assedio”: il ritmo della narrazione è ancora più incalzante, sia perché il primo volume ha preparato la strada disponendo i personaggi come su una scacchiera, sia perché, essendo ambientato durante un assedio, in una situazione dove il pericolo è ad ogni angolo e la morte può arrivare sia dal cielo che da sotto la terra, nei cunicoli che vengono scavati dagli assalitori o fatti saltare dall’esercito sabaudo, la suspense è sempre molto alta.
Gli avvenimenti storici sono descritti soprattutto dal punto di vista del popolo e dei soldati, anche se non mancano i riferimenti alle strategie militari e ai personaggi chiave del conflitto; il fatto che si tratti di una pagina di storia relativamente poco conosciuta fa sì che il lettore spesso non sappia i dettagli dello scontro e quindi si chieda cosa succederà.
Molto incisivo è il cameo di Pietro Micca, eroe dell’assedio di Torino, chiamato “Passepartout” dai commilitoni.
Finalmente assistiamo inoltre all’incontro dei due protagonisti, che mantiene le promesse delle tensione creata fino a quel momento e si rivela cruciale per entrambi.
Mi è piaciuta molto l’evoluzione dei personaggi: vediamo Gustìn mostrare un lato di sé più vulnerabile, legato al suo passato, e Laura appare come un personaggio forte nel suo saper accettare l’inspiegabile senza tentare di razionalizzarlo a tutti i costi.
L’universo creato dall’autore si rivela ancora più articolato, collegandosi alla letteratura latina e a miti pre-cristiani.
Oltre che i personaggi, Torino sembra essere sempre la vera protagonista, emergendo come un’entità misteriosa e inquietante; se nel libro precedente si definiva il conflitto tra superstizione e razionalità, in questo le spiegazioni più ragionevoli sono evidentemente insufficienti a spiegare gli eventi.
La città piano piano si delinea come un abisso di tenebra e mistero, su cui la civiltà è poggiata in modo precario, come una coperta troppo corta; anche le creature più terribili, tuttavia, possono rivelarsi degli alleati dei cittadini e dei protagonisti.
“La città dell’assedio” piacerà a tutti i fan de “La città delle streghe”, perché è altrettanto appassionante e ancora più maturo; consiglio inoltre a chi non dovesse ancora conoscere la saga di iniziare dal primo volume, per scoprire una serie unica nel panorama italiano, che non ha nulla da invidiare ai best seller internazionali.