“A.X.L.-Un’amicizia extraordinaria” è un film di fantascienza del 2018, scritto e diretto da Oliver Daly e presente attualmente nella programmazione On Demand di Sky.
La trama è semplice e parla, come si intuisce dal sottotitolo aggiunto della versione italiana, dell’amicizia tra un ragazzo e un robot avanzatissimo costruito dalla Difesa degli Stati Uniti con le sembianze di un cane.
Devo ammettere che Sky con le info se l’era venduto molto bene, ma il film è, secondo me, davvero pessimo. Parte pure bene, presentandoci un protagonista, Miles, scarso a scuola, povero in canna, che però ama correre nelle gare di motocross, aiutato dal padre coi ricambi e con il sostegno. In queste gare si scontra con un ragazzo, Sam, che sembra l’opposto di lui: ricchissimo, con attrezzature di prim’ordine ma sottoposto alla pressione del padre che lo vuole vincente a qualunque costo, anche ingannando. Sam sembra dapprima amichevole con Miles, nonostante il padre di lui faccia di tutto per metterli l’uno contro l’altro. Grazie all’aiuto di Sara, esageratamente bella e sexy figlia della domestica della famiglia di Sam, Miles riesce a riparare la moto e vince l’ultima gara. Viene così invitato dal rivale a casa sua per una festa e qui vediamo lo scontro tra i due mondi: uno ha tutto ciò che si può desiderare a livello materiale, ma si capisce subito che ha un padre “tossico” che lo supporta solo se vince altrimenti lo critica ed umilia, mentre l’altro ha l’affetto del genitore ma poche possibilità.
Ammetto che l’inizio era banale, ma almeno aveva un senso e un minimo di approfondimento dei personaggi. I problemi iniziano quando si aggiunge l’elemento fantascientifico, cioè quando il cane-progetto super avanzato, sorpresa, scappa dal laboratorio. A.X.L. dovrebbe essere infatti un robot all’avanguardia delle attrezzature militari, un’arma potente che unisce la capacità di ammazzare tutto ciò che è percepito come nemico alla fedeltà del cane. Questo è almeno quello che viene detto durante il film: il cane robot è debole contro il fuoco e contro i proiettili, in più va “nutrito” a benzina, letteralmente, perché altrimenti non è in grado di muoversi. No, non è alimentato ad energia solare, elettrica o ad idrogeno. A benzina, che va infilata nel serbatoio per farlo correre, come la mia auto. Sarà sicuramente utilissimo nei conflitti bellici e nelle missioni speciali, dove notoriamente non utilizzano mai fuoco o proiettili e tutti hanno sempre il tempo di fare rifornimento. Oltretutto cane-robot ha un sacco di funzioni utilissime, come trasmettere musica e proiettare luci soffuse quando i due protagonisti ballano; una funzione che, sembra, gli scienziati del Governo degli Stati Uniti abbiano messo subito nel prototipo, ancora prima di mettere un rivestimento ignifugo o anti-proiettile. Ci sta, è una questione di priorità, così come programmarlo per giocare quando qualcuno gli lancia una pallina (ebbene sì, c’è anche questo).
Se A.X.L. è un personaggio che suscita qualche perplessità, il protagonista si evolve in maniera addirittura peggiore: infatti, dopo aver passato i primi venti minuti di film a dire a tutti che la motocross era l’unica cosa in cui era sempre stato bravo e tutto ciò che amava, magicamente se ne scorda. Non va più in moto e si fa portare avanti e indietro col pick-up dal love interest femminile, che davvero non ha alcuna utilità o personalità, se non essere la “ragazza gnocca che il protagonista conquista facendo arrabbiare il rivale”. Poco male, perde la motocross ma acquisisce conoscenze avanzate di ingegneria meccanica e abilità di riparazione che Edd China scansati proprio: infatti, con pochi strumenti di fortuna che trova in un deposito nel deserto, riesce a riparare perfettamente cane-robot e, successivamente, gli aggiunge componenti avanzati con una stampante 3D. Complimenti! E pensare che andava malissimo a scuola!
Ciliegina sulla torta, il rivale dalle grandi potenzialità e con il padre-cattivo smette di avere una storia, nel senso che si limita ad essere apertamente ostile e crudele senza motivo. Il padre scompare, ma anche la madre di Sara, la domestica, non si vede più e gli spettatori semplicemente se ne dimenticano, troppo presi dal fatto che un ragazzino costruisce e ripara più tecnologia di tutta la squadra di scienziati del Governo.
A trovare dei lati positivi, il film non è recitato male, si vede che gli attori ce l’hanno messa tutta per risultare credibili in una sceneggiatura simile, inoltre la regia non è male: l’utilizzo continuo low-budget delle go-pro è un po’ ingenuo ma rende bene, specie nelle sequenze iniziali con la moto.
In conclusione, è un film che avrebbe potuto essere almeno godibile se si fosse badato un po’ di più alla sceneggiatura, ma che così sembra solo l’ennesima occasione buttata di fare un film buono con dei robot. Sebbene il ritmo sia comunque incalzante, tutta la storia fantascientifica appare delirante, specialmente la parte “cane”. Non lo consiglio.
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