“Exilium- Katabasis” è un romanzo urban fantasy scritto da Andrea Piera Laguzzi e Hilary Sechi e pubblicato da I.D.E.A.- Immagina di Essere Altro nel 2021.
In seguito al fallimento della rivolta di Lucifero e degli angeli ribelli, sono stati esiliati non solo questi ultimi, ma anche gli angeli ignavi, cioè quelli che non hanno preso posizione nello scontro.
I due ex-angeli Af e Hemah (poi chiamati anche Gregorio e Bartolomeo) da millenni cercano di ritrovarsi per poi litigare e giurarsi vendetta, finché nel 1500, dopo aver cercato invano di riaprire un passaggio per il paradiso, vengono trasformati in gatti.
Ai giorni nostri i demoni dell’inferno, capitanati dalla demone Abyzou, decidono di riportarli in forma umana nel tentativo di recuperare il loro piano.
Le vicende li porteranno a Genova, dove le loro strade si incroceranno con quelle di altre due sorelle, Lorena e Azzurra.
Il romanzo si ispira alla mitologia ebraica e cristiana-dantesca per raccontare una storia di rivalità fraterna e vendetta.
Il centro della storia è proprio costituito da due coppie di consanguinei- Af e Hemah da una parte, Lorenza e Azzurra dall’altra; entrambe le coppie sono legate da un profondo affetto ma troppo diverse per andare d’accordo nel quotidiano. La descrizione del rapporto tra i fratelli e le sorelle è senz’altro uno degli aspetti più riusciti del libro.
La dualità insita nel romanzo è anche data dal fatto che sia stato scritto a quattro mani, anche se questo non è percepibile nella lettura: lo stile è infatti molto uniforme e non ho mai sentito una differenza di “voce” tra i capitoli.
L’altro punto di forza del romanzo è il realismo dell’ambientazione: siamo in una Genova sporca e pericolosa, dove i personaggi si scontrano con i consueti problemi di viabilità e parcheggio, ma anche dagli odori delle focacce e dell’aria salmastra del porto. Alcuni personaggi parlano in dialetto ligure, cosa che aggiunge realismo e autenticità al contesto.
Un altro particolare che ho apprezzato è stato il fatto che una delle protagoniste, Azzurra, è affetta da una sordità quasi completa: ho trovato i suoi capitoli interessanti per la differenza con cui lei percepisce alcuni dettagli, concentrandosi sugli altri sensi.
Come forse avrei potuto intuire dalla presenza di un sottotitolo, questo romanzo non è autoconclusivo, ma si arresta su un cliffhanger che lascia intendere l’uscita di un seguito.
In questo volume la maggior parte della storia vede i protagonisti venire presi prigionieri per poi fuggire a più riprese con brevi ma significativi ritrovi nel corso del romanzo.
Il ritmo della vicenda è piuttosto serrato (anche se alcune scene centrali, in particolare quelle dell’Inferno, suonano un po’ ripetitive).
Ogni capitolo si apre con il titolo di una canzone, perlopiù di genere metal/hard rock.
Mi rendo conto che, pur apprezzando la cura del romanzo e alcuni aspetti di esso, non sono la lettrice target per questo libro e quindi non ho potuto valutarlo come probabilmente merita: alcune caratteristiche che per molti lettori saranno di forza purtroppo sono ciò che, per mie preferenze e gusto personale, cerco di evitare nella lettura.
La storia è infatti raccontata in un modo che evidenzia la crudezza delle vicende: ci sono diverse scene di violenza sessuale tra cui una che coinvolge delle minorenni; alcuni personaggi chiamano un altro “puttana” a più riprese; sia i personaggi immortali che quelli mortali sono circondati da povertà, tossicodipendenza e violenza; in generale il romanzo tende a privilegiare gli aspetti più squallidi e brutali sia nelle descrizioni che nell’andamento della storia, cosa che spesso mi ha reso la lettura un po’ faticosa.
Nel complesso, consiglio questo romanzo a chi ama i romanzi urban fantasy di ispirazione grimdark e agli amanti della mitologia angelica, con l’avvertimento che il libro non è per i deboli di stomaco.
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