“Fango” è un romanzo giallo/thriller scritto da Diego Collaveri e pubblicato dalla casa editrice La Corte.
La storia si svolge nel 2017 in piena alluvione dove una Livorno cupa e pericolosa finisce sotto l’acqua: il fango però non riguarda solo le condizioni metereologiche, ma è l’emblema di una società sporca.
Giacomo Donati è il protagonista della storia: anche lui ha un passato “infangato”, o meglio è tutto sporco. Cinico come pochi, vive tangente alla micro-criminalità e si guadagna da vivere fotografando coppie clandestine e occasionalmente ricattando. La sua poca moralità viene però risvegliata dall’incontro con una giovane prostituta Jamila che lo vorrebbe assumere per aiutare a scagionare il fratello, accusato secondo lei ingiustamente di avere assassinato Elisa, ex vicina di casa di Giacomo. Lui l’allontana malamente rifiutando il lavoro, ma quando Jamila viene trovata morta l’uomo inizia ad indagare, aiutato dall’amante Anna, agente di polizia.
La struttura segue la impostazione classica dei gialli con il protagonista che indaga su varie piste che permettono di presentare un’ambientazione davvero fosca: la Livorno che viene descritta non è la bellissima città che vediamo nelle foto, ma la culla di una criminalità organizzata che si arrichisce in ogni campo, dai traffici al porto alla droga, passando per prostituzione e appalti. In tutta onestà, l’alluvione sembra quasi una tragedia meno importante rispetto a quella che si consuma nella quotidinità; i gesti di eroismo e di bontà che toccano il cuore delle persone nei momenti di criticità come un allagamento vengono citati dai media ma i personaggi a stento ci credono, come se fosse una storia strappalacrime che si sente solo al telegiornale.
Giacomo è un vero antieroe, nel senso che ha letteralmente tutte le caratteristiche per rappresentare qualcuno caduto davvero in basso: è rancoroso, frustrato, il classico tipo tossico che nessuno vorrebbe incontrare. Ma il suo essere rompiballe, come lui si definisce, serve allo scopo perché la sua insistenza ci porterà alla verità sugli omicidi: Giacomo è curioso come un investigarore di un giallo deve essere, con quel tarlo nella testa che si insinua e non si placa finché non arriva alla soluzione, cosa che condivide inevitabilmente con il lettore.
Il ritmo è serrato, la lunghezza breve: è quel genere di libro che si inizia e si finisce tutto d’un fiato, senza tralasciare un bel colpo di scena. La trama insiste molto su quando di più “fangoso” c’è nella città (e no, non parlo dell’alluvione), ma lo stile di scrittura è poco descrittivo, cosa che contribuisce a rendere la lettura più rapida.
In conclusione, un romanzo avvincente e scritto bene, che piacerà sicuramente agli amanti dei thriller e dei gialli non scontati.
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