Recensione di “Game, Set, T-Rex” di Michele Borgogni

“Game, Set, T-Rex” è un romanzo umoristico-comico scritto e prodotto da Michele Borgogni.

Sinceramente non ricordo esattamente quando ho comprato questo romanzo; penso di aver approfittato di un’offerta durante il lockdown, sta di fatto che me n’ero dimenticata e l’ho ripreso in mano quando ho spolverato la libreria.

La storia è quella riassunta nella quarta di copertina “Game, Set, T-Rex è un classico romanzo di formazione su un dinosauro che impara a giocare a tennis. Dickens, scansati!” La storia segue le vicende di Trey, ragazzo dalle sembianze di un dinosauro, figlio di Anastasia Grigorieva e Fernando Nappo, due campioni di tennis; il bambino ha l’aspetto mostruoso per un fraintendimento con una vecchia strega russa che doveva aiutarli a concepire. La cosa più incredibile di tutto il romanzo è che il fatto che il protagonista sia un dinosauro non appare poi così strano; che dire, dopo un po’ ci si abitua e ci si concentra molto di più sulle difficoltà pratiche che vive, come il fatto che le sue braccia sono troppo corte per impugnare bene una racchetta o una penna.

Trey gode di due evidenti vantaggi nel tennis, che superano le sue braccia corte: il primo è che è figlio di due campioni e in un certo senso ha il talento nel sangue e può avere i migliori ad istruirlo. L’altro è che è un’enorme creatura gigantesca fortissima e animalesca, vantaggio non da poco quando si gioca in una categoria di bambini impressionabili under 8.

Il problema principale di Trey, contrariamente a quello che si può pensare, non è quello di essere un dinosauro, ma di avere un padre competitivo, ossessivo e maniaco del controllo che vuole fare di lui un campione e portare avanti la propria eredità. Questo gli creerà molti problemi e porterà il lettore a pensare a cosa davvero debba insegnare la pratica sportiva.

Il libro ha una trama semplice, a tratti banale (se escludiamo l’enorme dinosauro… ma chi ci fa caso?), ma il fatto è che è narrato in modo comico, divertente e brillante: più di una volta ho pensato “ma cosa ho appena letto!?”, però l’ho fatto con un sorriso sul volto. Non è facile far ridere, ma secondo me Michele Borgogni è davvero in gamba con la sua penna sferzante e una battuta dietro l’altra. Che dire, mi ha proprio divertito.

“Game, Set, T-Rex” è uno di quei romanzi così assurdi che non saprei in che genere collocarli, però funziona. Le battute ci sono e sono tante, ben mescolate con la trama, in modo da evitare quell’effetto “ti devo far ridere a tutti i costi, ecco che ne sparo un’altra”.

In conclusione, un romanzo che nella sua peculiarità mi ha fatto sorridere e che mi ha regalato un’oretta di relax.

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