Recensione de “L’alba sulla mietitura” di Suzanne Collins

“L’alba sulla mietitura” è il quinto volume dell’universo di Hunger Games e secondo prequel della trilogia distopica scritta da Suzanne Collins.

Questo romanzo segue la cinquantesima edizione degli Hunger Games, edizione speciale a cui aveva partecipato Haymitch Abernaty, il futuro mentore di Katniss.

La storia inizia come sempre il giorno della mietitura nel distretto 12 e ci ricatapulta in un villaggio spezzato e vessato da Capitol City, ma questa volta va anche peggio perché, trattandosi di una edizione speciale, ci saranno il doppio dei tributi richiesti. Haymitch è completamente diverso dalla prima apparizione che gli vediamo fare in Hunger Games, è un giovane speranzoso e astemio, innamorato della giovane Lenore Dove e legato alla mamma e al fratellino Sid. I quattro tributi vengono estratti e la coppia pare salva, ma l’improvviso tentativo di fuga di uno dei ragazzi scelti e la sua successiva uccisione finiscono col segnare il destino di Haymitch.

Il romanzo mi è piaciuto tantissimo, ma si è rivelato molto tosto dal punto di vista emotivo, per cui ho atteso diversi giorni prima di scrivere la recensione. Un po’ come nel primo Hunger Games, si respira l’affetto per chi è rimasto al distretto 12, ma il grosso delle interazioni riguarda i personaggi presenti a Capitol City. Oltre ai tributi  Wyatt Callow, Louella McCoy e Maysilee Donner, ritroviamo anche i personaggi di Plutarch  e Effie, nonché i vincitori delle edizioni passate, Beete, Wires e Mags. Un personaggio che non poteva mancare è Snow, più crudele che mai, un cattivo masochista e completo, che fa tremare il lettore ogni volta in cui compare.

A differenza del primo Hunger Games di Katniss, questo romanzo è molto più corale, con più alleanze tra i tributi e, in generale, il lettore è più legato ai vari personaggi che incontra durante i giochi.

Una delle caratteristiche dei romanzi della Collins è la crudeltà chirurgica con cui fa soffrire i lettori: qui ce n’è in abbondanza e il libro fa veramente stare male. Più di tutto, però, è il sapere che forse è l’ultimo, perché davvero vorrei un suo libro allegro in cui Plutarch va in giro per Capitol City ma senza lacrime.

Haymitch è un personaggio bellissimo, con grande empatia e per cui è imposibile non tifare; diversamente da Katniss è bravo a tessere relazioni e il suo rapporto con gli altri personggi è più equilibrato.

Non è facile parlare di tutto ciò che ho amato senza fare spoiler, ma credo che non potrà non essere amato dai fan della saga. Per me, consigliatissimo!

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