Recensione de “La custode” di Norma Tarditi

“La custode” è un romanzo fantasy romance scritto e prodotto da Norma Tarditi, disponibile su Amazon e selezionato da “Extravergine d’autore – self-publishing di qualità superiore.”

Ho trovato questo libro perché è stato selezionato dal programma Prime Reading, quindi è stato concesso gratuitamente a chi aveva l’abbonamento Prime; inoltre, mi era stato caldamente consigliato sul gruppo “Alla scoperta di autori indipendenti”.

Il romanzo è ambientato in una terra divisa in due regni in lotta tra loro, Valiar e Khea’r. Il primo si trova nelle terre del Sud e ha capitale Lucar, dove vive la protagonista, Eyna. All’inizio sappiamo poco dei popoli del Nord, tranne che sono violenti e sono da sempre in lotta contro Valiar; quando Eyna è bambina, inoltre, questi attaccano il loro regno e il padre non fa più ritorno, ucciso in battaglia.

La vita di Eyna, tra l’altro, è già abbastanza complicata, in quanto è sorella della Custode; costei ha il compito di custodire il sacrario di Valiar e tenere il Male lontano da loro. Oltretutto, Eyna è stranamente attratta dalla porta del sacrario, convinta che ci siano delle voci che la chiamano: da bambina, tuttavia, viene punita così duramente per averci prestato attenzione che resta scioccata.

La sua storia cambia di colpo quando viene rapita da due guerrieri Khea’r e portata, legata e imbavagliata, a Roch’lor, la capitale dei suoi nemici.

Il libro ha un bel ritmo e buoni personaggi, con cui è facile entrare subito in empatia, complice il doppio punto di vista. L’elemento più interessante è quello del contrasto tra i popoli, non soltanto sul fronte bellico, ma proprio su quello culturale. Valiar è un mondo similmedioevale legato a influenze puritane: le donne sono completamente sottomesse, ma in generale tutta la società è piena di tabù, repressa sessualmente e non, con rapporti umani caratterizzati da vergogna e divieti.

Quando Eyna entra in contatto con la società dei suoi nemici, però, troviamo un punto di vista opposto: una società aggressiva e combattiva, ma anche paritaria e fortemente improntata sul libero arbitrio.

Ho trovato davvero ben fatta tutta la questione del consenso, non soltanto in opposizione alla mera violenza sessuale, ma in senso molto ampio: infatti, il libro riesce perfettamente a trasmettere la critica alla violenza sulle donne, il patriarcato, l’idea della moglie come proprietà del marito, senza scadere in scene esplicite e disturbanti. Ho apprezzato inoltre come l’idea di abuso e mancanza di consenso fosse analizzata all’interno di un matrimonio e non solo quando compare all’improvviso o con pestaggi.

L’ambientazione fantasy mi è piaciuta molto, soprattutto la parte relativa ai poteri, la magia, la propria natura e la costrizione di essa; ho anche trovato interessante l’introspezione psicologica e il rapporto tra i personaggi.

Un elemento che mi ha sorpresa è stato però lo scarso spazio che aveva la parte d’azione e più squisitamente fantasy: il libro è prima di tutto un romance, in particolare dal 30% all’80% del libro la storia di azione va proprio in stand-by per lasciare il posto a battibecchi amorosi e sguardi languidi. Per un lettore appassionato di romance credo che questo sia un valore aggiunto, per chi cerca solo fantasy potrebbe essere un problema.

Ammetto che nel finale ci sono rimasta un po’ male, perché mi sembrava mancasse qualcosa (che è accaduto alla sorella di Eyna? Cosa accadrà a Lucar? Avremo cambiamenti sociali?), ma poi ho sentito una voce che dovrebbe esserci un seguito e mi sono tranquillizzata.

In conclusione, se amate i romance con tinte fantasy questo fa proprio per voi: consigliato!

 

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