Recensione de “Il tifoso” di G.A. Iannicelli

“Il tifoso: La prima indagine del capitano Lucrezia Verdini” è un romanzo giallo/thriller scritto e prodotto da G.A. Iannicelli.

La trama è molto interessante, perché immagina un tifoso serial killer della nazionale di calcio italiana che si convince di dover sacrificare una vittima per ogni goal del campionato europeo 2020. Man mano che l’Italia avanza nei gironi, lui miete vittime per ogni rete, sconcertando il Capitano Lucrezia Verdini, che a Roma cerca di risolvere il caso.

Il romanzo ha due stili di narrazione differenti: la parte che segue il tifoso è un thriller, violento e imprevedibile, ci porta nella mente disturbata di chi davvero si è convinto di avere una santa missione, quella di fare vincere la propria nazionale. L’altra invece si basa sulle indagini della Capitana, la raccolta delle prove e delle testimonianze, ma soprattutto è ricca di frustrazione dovuta alla casualità delle vittime. Il giallo è proprio caratterizzato da questo dover indagare in maniera differente rispetto al solito, escludendo di fatto il background delle vittime.

L’idea di base è originale e divertente: tutti abbiamo rituali scaramantici che ci “convincono” che quello che facciamo influenzi il risultato. E se fosse un serial killer a pensarla così? Molto italiano (cit Stanis La Rochelle) che alla fine, per quanto sia assurdo, molti si convincano davvero che il killer abbia aiutato. Poco male, nel libro: siamo pronti per una seconda indagine per i mondiali, magari da parte di un emulo.

Lo stile è rapido, incalzante, non esente da errorini di punteggiatura, ma fresco e piacevole, soprattutto per chi, come me, si è seguito gli europei con entusiasmo, partecipazione e, ebben sì, qualche rito scaramantico.

Consigliato agli amanti dei gialli veloci e a chi ha voglia di rivivere le emozioni calcistiche dell’estate 2021.

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