Recensione di “La settima colonia” di Giulia Anna Gallo

“La settima colonia” è un romanzo sci-fi scritto da Giulia Anna Gallo e pubblicato da Ciesse Edizioni nel 2021.

In un futuro in cui l’umanità ha colonizzato pianeti lontani, ORI-45-830 vive sulla colonia di Kutar-7, specializzata nell’estrazione di kenith, un minerale necessario per la tecnologia aerospaziale.

La sua comunità è governata dai Razionali, di cui anch’egli fa parte, secondo principi di logica ed efficienza, senza spazio per empatia o sentimenti: gli individui non sono che ingranaggi in un sistema più grande, di cui hanno diritto a fare parte solo in funzione della loro utilità. Chi non assolve alla propria funzione, come anziani o malati, viene immediatamente “ritirato”.

Per operare senza distrazioni, i Razionali assumono degli inibitori che cancellano ogni traccia di emozione, anche se questi si rivelano inefficaci quando il soggetto è stato contagiato da un trauma o una forte emozione, e in quel caso viene anch’esso ritirato.

Tutto cambia quando ORI-45-830 incappa in un manipolo di ribelli Selvaggi (o Liberi, come essi si definiscono) che lo prende prigioniero: i Liberi sono divisi in clan nomadi e ORI finisce sotto la protezione/sorveglianza di Cara, una donna del clan Inuck che sta per completare il suo viaggio rituale attraverso i vari clan. Accomunati inizialmente solo dalla curiosità intellettuale, i due scopriranno di non essere poi così diversi come può sembrare, e insieme scopriranno una verità nascosta sul mondo che abitano.

Il romanzo rielabora le tematiche classiche della distopia come la cancellazione della natura umana, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali e delle persone da parte di un’élite privilegiata e la crudeltà nascosta dietro le società che hanno apparentemente eliminato i conflitti.

La trama è piuttosto lineare, ma il vero fulcro della narrazione è l’interiorità di ORI e Cara: viene infatti data grande attenzione all’introspezione psicologica dei personaggi e al modo in cui reagiscono alle nuove informazioni che apprendono nel corso della storia, oltre che, ovviamente, al rapporto tra i due.

La narrazione si alterna tra i due, ed è interessante vedere come lo stesso comportamento venga interpretato in modo inizialmente opposto dai due personaggi, che si studiano a vicenda come se appartenessero a specie diverse.

L’ambientazione non è descritta particolarmente nel dettaglio, ma suggerisce un progresso tecnologico in un pianeta non troppo diverso dal nostro.

Ho trovato l’inizio un po’ faticoso, come spesso accade nei romanzi che devono necessariamente fornire una certa quantità di informazioni al lettore per permettergli di capire l’ambientazione, ma la storia cambia ingrana una marcia superiore quando Cara inizia a narrare, forse perché la sua “voce” più emotiva e sanguigna risulta maggiormente coinvolgente, così come il suo graduale avvicinamento ad ORI.

Il romanzo è autoconclusivo, ma il finale lascia intuire l’inizio di una nuova era per Kutar-7, lasciando spazio per un eventuale seguito.

In conclusione, consiglio il romanzo agli amanti delle distopie e a chi ama le storie incentrate sul trope “enemies to lovers”.

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