“La promessa del Drago” è un romanzo di avventura low fantasy, scritto e prodotto da Barbara Repetto; si tratta del secondo volume de “Il ciclo dei guerrieri del sole”, di cui vi avevamo parlato del primo qui.
Questo nuovo romanzo riprende tre anni dopo gli eventi del primo, per cui troviamo un Cederik cresciuto, adolescente, impaziente di diventare un guerriero, frenato solo dalla guida di Ser Nemo, il suo maestro/padrone.
Le cose cambiano quando Nemo ritorna in patria e la ritrova conquistata e in rovina, con un nemico che usurpa lo scranno e una guerra che ha devastato tutto. Per Cederik è quindi il momento di diventare il libero guerriero che voleva, unirsi ad un culto magico e salvare un regno in difficoltà.
Anche questo volume riprende i tòpoi dei romanzi di formazione per ragazzi, facendo però una scelta coraggiosa: la storia di Cederik va in stand-by, così il suo bisogno di vendetta. Nemo è il vero protagonista, sua la missione, sua la storia d’amore, suo il triste passato, suo il focus. Cederik deve pazientemente aspettare, cosa che la sua voce interiore non gradisce (sarà un demone? Un lupo? L’adolescenza?) e che lui deve mettere a tacere.
Cederik è in piena adolescenza, cresciuto a cinghiate e con il mito del guerriero, di carattere non ne esce proprio benissimo: impulsivo, maschilista e attaccabrighe, si salva probabilmente solo perché è stato scelto da qualche divinità che lo assisite e che, secondo me, non fa che mettersi le mani nei capelli ogni volta che apre bocca.
Divinità 1: Ma davvero abbiamo scelto questo per la missione?
Divinità 2: Eh… mi sono sbagliata!
Si trova a proteggere una “donzella in difficoltà”, ma non fa che metterla in pericolo e ignorare i suoi intelligenti consigli diplomatici, continuando la solfa di “ah che meravigliosa creatura fragile, la devo proteggere!” mentre lei cerca, invano, di dirgli di farsi furbo e non lottare contro tutti quelli che incontra.
In generale, i maschi non ne escono furbissimi: sembra che l’onore, la sete di battaglie e, in generale, la loro coscienza li renda molto agiografici e poco avvezzi al buon senso.
Il romanzo, caratterizzato da uno stile impostato e una narrazione per ragazzi, si conclude lasciando molte porte aperte e tanti misteri irrisolti: rispetto al primo la compente fantasy emerge un po’ di più, ma sembra restare per lo più celata in attesa dei prossimi volumi. Oserei dire che questo è un romanzo di transizione, una sorta di presentazione del mondo in cui avverrano i prossimi scontri e dei nuovi personaggi, cosa che conferma ancora di più il carattere di prologo del primo volume. Cosa accadrà nel terzo? Cosa capiterà a Ser Nemo?
Elemento che mi ha fatto storcere il naso è il Popolo Ariano più “puro” degli altri. Forse la scelta dei termini, nel Ventunesimo Secolo, appare infelice.
Consiglio questo libro a chi ha apprezzato il primo, a chi ama la penna di Barbara Repetto, ma soprattutto a chi cerca un low fantasy classico di formazione che si concentra più sull’avventura che sulla magia.
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