Recensione del Vol 2 della stagione 4 di Stranger Things

Arrivato luglio non potevamo che fiondarci sul secondo volume della quarta stagione di Stranger Things, con i due episodi finali.

Attenzione: presenti spoiler sulle precedenti stagioni (quarta volume 1 compresa), proseguite a vostro rischio e pericolo

Vi avevamo parlato della quarta stagione volume 1 qui e della terza qui.

La storia riprende dove l’avevamo interrotta, proprio con Nancy bloccata nella mente dal famigerato Uno/Henry/Vecna che si consacra come il supercattivo della serie, mentre Steve cerca invano di svegliarla; contemporaneamente Hopper e Joyce sono in Unione Sovietica, Mike e Will dall’altra parte degli Stati Uniti e Undici dentro il bunker a recuperare i suoi poteri. Anche questi ultimi episodi seguiranno lo stesso schema, lasciando i personaggi separati e creando epiche “battaglie” contemporanee e parallele.

Sono due episodi molto densi e lunghi (il primo, “Papà” un’ora e venti e il secondo, “Il piano”, supera le due ore e un quarto!) che ci regalano un finale che però tale non è. Infatti, sorpresa, la quarta stagione non sarà l’ultima ma ne seguirà una quinta, ambientata qualche tempo dopo (per giustificare i protagonisti ormai grandi) che concluderà le vicende.

Sono rimasta sconvolta nel finale cliffhanger che non finisce affatto ma lascia la battaglia conclusiva per la nuova stagione, ma a pensarci bene ci stava, perché questo cattivo così carismatico e malvagio meritava molto di più che una stagione sola. Anche i personaggi e le loro vicende personali hanno bisogno di un po’ di più tempo e non nego che spero in un riavvicinamento definitivo tra Steve e Nancy.

Anche se sono solo due episodi succedono molte cose e a volte si avverte la sensazione che alcune sottotrame siano meno utili di altre (e sì storia in Unione Sovietica, sto parlando proprio con te!), ma grazie ad una regia che tiene il ritmo altissimo la resa è comunque incredibile.

La colonna sonora è sempre il fiore all’occhiello della serie, così che anche in questo finale vediamo valorizzata Kate Bush, ma non solo; Eddie regala una perla ai fan del metal, con una performance davvero incisiva.

Ho molto apprezzato come questi due episodi cercassero di tirare le fila della storia, dandoci una linea narrativa che collega tutte le stagioni, per portarci ad un unico grande cattivo e, tra qualche anno, al gran finale.

Naturalmente c’è da soffrire, qualche morte e qualche personaggio che resta in sospeso tra la vita e la morte… sopravviverà? Spero proprio di sì!

Quello che appare evidente è che Hawkins è un posto veramente sfigato e io, se fossi un abitante, me ne scapperei a gambe levate, senza guardarmi indietro.

Che dire, non ci resta che aspettare la quinta stagione, sperando che le riprese durino un po’ di meno di quelle della quarta (due anni, ahimé) perché io sto già morendo di curiosità!

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