Continuano i nostri post allegramente polemici.
Questa è una riflessione sull’editoria italiana che abbiamo avuto.
1) il lettore non viene considerato nella fase di scelta di un manoscritto
Se siete mai stati in un circolo letterario o in un gruppo di lettori, vi rendete conto che quello che viene più richiesto dai libri sono originalità e differenziazione.
Se invece avete avuto a che fare con editori, vi avranno sicuramente risposto che cercano qualcosa di incasellabile in una categoria già nota.
2) la fascia che legge di più è quella giovane, adolescente
Eppure i libri italiani più premiati e pubblicizzati sono storie per adulti (che spesso nemmeno gli adulti vogliono leggere).
I più venduti, infatti, sono di stranieri tradotti.
3) non ci sono mai i sondaggi per lettori
L’editoria italiana è in crisi nera, ma difficilmente si cerca di ascoltare cosa il lettore vuole
4) … e quando l’editoria ascolta il lettore, lo critica
Se un libro vende tanto non si cerca di capire perché, ma si inizia a criticare il degrado culturale.
Il risultato che il lettore che acquista, legge e regge il mercato diventa il nemico.
5) il lettore va sempre guidato perché non capisce
Il lettore si sta orientando su diversi generi o prodotti provenienti da insoliti sistemi di pubblicazione? Meglio impedirgli di decidere, deve selezionare l’editoria cosa dovrebbe leggere o no (sì, la stessa che è in crisi da decenni… ma ehi, la sanno più lunga loro)
Foto: Robin Higgins di Pixabay
Bella analisi.
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