Una precisazione sulla nostra unica regola: niente violenza sessuale

Buongiorno a tutti,

come sapete, come blog letterario, siamo sempre aperte a leggere e recensire non solo i romanzi che abbiamo comprato, ma anche quelli che ci arrivano dagli autori.

Questo per noi non è un lavoro, anche se ci prende molto tempo e cerchiamo di farlo con la massima diligenza, ma è un piacere, in un certo senso un onore.

Non abbiamo paletti sul genere, anche se prediligiamo fantasy, fantascienza e azione, ma siamo ben felici di leggere praticamente qualunque tipologia di romanzo; non abbiamo preconcetti su alcuna casa editrice, sia essa free, doppio binario o a pagamento: quella è una scelta che riguarda l’autore, ma non implica per noi una valutazione a priori sul testo. Non ci importa nemmeno che la casa editrice ci sia, in quanto amanti del self-publishing.

Il nostro unico paletto, la nostra unica regola però è molto importante: noi preferiamo non leggere e quindi non recensire libri che contengono scene esplicite di violenza sessuale, come spiegato dettagliatamente nel nostro articolo di Settembre 2018.

Link: https://themantovanis.blog/2018/09/25/perche-non-recensiamo-libri-con-scene-esplicite-di-violenza-sessuale/

Nei mesi però ci è capitato che questo punto non fosse molto chiaro: cosa intendiamo per violenza sessuale esplicita?

La violenza sessuale è qualunque atto di natura sessuale che venga compiuto senza il consenso dell’altra persona, sia essa obbligata fisicamente, con minacce oppure che sia semplicemente impossibilitata a dare il consenso (drogata, sotto l’effetto di alcool o farmaci). La scena esplicita è quella che vediamo descritta in modo esplicito, cioè raccontata dalla terza persona esterna o dal punto di vista narrante.

Quindi, per fugare ogni dubbio, è violenza sessuale:

-Se il personaggio è costretto dalle minacce a sottoporsi ad un atto sessuale (contatto di natura sessuale qualsiasi non desiderato)

-Se il personaggio è costretto dalla sua condizione a subire un atto sessuale: ad esempio, uno schiavo sessuale. Non apriamo la discussione sulla prostituzione, ma un conto è un personaggio che sceglie di prostituirsi (elemento tipico dei fantasy medioevali), un conto è una persona ridotta in schiavitù che non può fare altro sennò sarà picchiata e ridotta male. Il primo caso lo consideriamo sex work, quindi non riguarda la discussione, il secondo è violenza.

-Se il personaggio viene costretto ad un rapporto sessuale dal proprio partner. Non importa se siano sposati, innamorati o simili: se uno in quel momento non vuole non lo si può costringere, altrimenti è stupro.

-Se il personaggio prima ha manifestato interesse, ma poi non vuole concludere. Se viene costretto è sempre stupro.

-Se il personaggio che subisce gli atti sessuali è un bambino o è incapace di poter dare un consenso.

-Se il personaggio viene costretto a spogliarsi, ad essere toccato, umiliato e penetrato con oggetti o parti del corpo.

-Se il personaggio non viene obbligato fisicamente, ma sotto la minaccia di dolore o ritorsioni, verso di sé o verso un altro personaggio a lui legato.

-Se il personaggio subisce tutte queste cose, ma è poco importante, di contorno. Sempre violenza è, non conta il fatto che non sia uno dei protagonisti.

-In qualunque caso non vi sia consenso verso uno o più atti di natura sessuale.

Perché questo lungo elenco? La ragione è che abbiamo avuto l’impressione che molti considerino violenza sessuale solo il caso in cui un personaggio principale venga picchiato e costretto ad un rapporto.

Ancora una volta, sappiamo che questa purtroppo è un realtà abbastanza diffusa, simili atti sono terribili e non dovrebbero certamente essere una vergogna per chi li subisce, ma solo per chi li attua. La nostra non è una censura per nascondere lo sporco sotto il tappeto, ma una vera propria esasperazione da lettrici: i personaggi femminili (e non solo, spesso il cliché viene spostato al giovane uomo avvenente) sembrano dover timbare il cartellino ad ogni libro e, se l’atto non si verifica, deve esserci almeno la minaccia di esso.

La violenza sessuale diventa un rito di passaggio, una cosa ineliminabile che prima o poi deve accadere: non è nemmeno sempre presentata così male, il personaggio matura da esso, diventa più forte. Magari capisce persino che deve innamorarsi dell’eroe che prima ignorava, perché lui non le fa del male: alla fine è più felice… Peggio ancora, a volte viene descritta in modo erotico: la descrizione non è tanto sulla violenza, sul disgusto, ma sulle belle forme della vittima, il suo corpo avvenente, la sua pelle delicata, elementi desiderabili, persino provocanti: descrizioni che eccitano il lettore, coccolano il suo desiderio, rendono la vittima sensuale e la scena piccante. La violenza sessuale non è piccante e non è nemmeno necessaria nella maggior parte delle storie, anzi, in realtà, potrebbe essere tranquillamente eliminata nella maggior parte dei libri in cui avviene senza avere la minima ripercussione sulla trama.

In conclusione, non critichiamo nessun autore in particolare, ognuno ha i suoi gusti e, abbiamo notato, molti apprezzano queste scene: noi no. Non ci piacciono, ci disgustano e ci esasperano, quindi ribadiamo la nostra preferenza di NON leggere e recensire questi libri. Quando ci troviamo all’improvviso queste scene non le gradiamo, quindi la nostra recensione ne risentirà: chi ci conosce sa che avvisiamo l’autore, ma, se avete letto uno qualsiasi dei nostri post sui libri, sapete che questo per noi è praticamente sempre un elemento negativo. Lo ribadiamo ogni volta che ci viene proposto un testo, quindi scoprirlo dopo che ci è stato assicurato che non fosse presente e abbiamo speso tempo ed energia per leggerlo e appuntarci una bozza di recensione, ci sembra davvero scorretto.

Ancora una volta ribadiamo il nostro piacere nel leggervi, recensirvi e darvi tutta la visibilità che possiamo darvi sulla pagina, ricordatevi però questa nostra unica regola.

Grazie.

 

fonte immagine: https://face2faceafrica.com/article/how-not-learning-to-say-no-is-costing-african-women-big-time

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