Recensione di “Kage Queen #2- Ombre dal passato” di Simone Lari

“Kage Queen- Ombre dal passato” è il secondo volume della omonima saga, scritta e prodotta da Simone Lari.

Vi avevamo parlato del volume uno qui in Recensione di “Kage Queen- L’eredità”.

In questo secondo romanzo ritroviamo gli stessi personaggi che ci avevano accompagnato nel primo: Kage, che cerca in tutti i modi di lasciarsi alle spalle il passato (in particolare il suo precedente “lavoro”), July e Kevin, che si stanno abituando alla nuova vita e ai nuovi affetti, ma anche l’ambizioso e collerico zio, nonché i detective che vogliono vederci chiaro sulle misteriosi morti de “L’eredità”.

In questo volume la trama della cospirazione dei potenti del Consiglio, in cui Kage ha ereditato il posto, assume un ruolo molto più importante e, direttamente o indirettamente, lega gli eventi che si susseguono. Rispetto a “L’eredità”, ho trovato che la componente d’azione fosse preponderante, per cui molti più scontri, spari, morti e feriti; quella sottile aura da commedia romantica tra July e Kage permane, ma il pericolo che si insinua nelle loro vite crea anche diverse situazioni di angst. I comprimari, in particolare le guardie del corpo e Kevin, diventano sempre più importanti, creando di fatto un’opera più articolata e quasi corale.

Anche l’elemento paranormale, nel primo limitato, qui assume un ruolo più determinante, non più limitato alla figura di Lilù, la gatta che comunica telepaticamente con Kage. Attraverso la tecnica del flashforward, la narrazione diventa molto cinematografica e rapida, alternando momenti di confusione per ciò che viene mostrato, e la volontà di impedirlo, ma anche, talvolta, nel non volerlo fare. Ho trovato questa tecnica gestita sapientemente e molto originale.

La caratteristica più evidente del romanzo, però, è il ritmo: come nel primo, è difficilissimo staccarsi dalle pagine e il libro scorre via che è una meraviglia.

Confesso che, per i miei gusti, Kage è veramente insopportabile e ad un certo punto ho gettato via il libro dalla rabbia per quanto mi faceva infuriare (poi l’ho ripreso subito, eh! Dovevo sapere come andava a finire); i detective, invece, mi piacciono da morire, in particolare Henry Fisher, che è diventato a pieno titolo il mio personaggio preferito. In questo romanzo si crea un po’ la situazione de “Il fuggitivo”, in cui il lettore segue sia il criminale in fuga che la polizia, entrambi con le loro ottime motivazioni e la loro storia. Purtroppo per me, l’odio per Kage ha condizionato un po’ la lettura, specie nella prima parte; nella seconda, senza fare spoiler, non c’era tempo per tifare o meno, l’azione e l’adrenalina erano troppe.

Unica critica, personale, è che trovo il libro un po’ sessista: le donne non fanno altro che rivaleggiare tra loro, a parte poche eccezioni, e, inspiegabilmente, tutte vogliono saltare addosso all’odioso Kage che le tratta malissimo. Onestamente ho trovato questa parte un po’ disturbante.

In conclusione, un romanzo che si legge tutto d’un fiato, d’azione e con un taglio cinematografico; un misto tra action, thriller e paranormale, che potrà piacere a chi vuole adrenalina e a chi, ovviamente, non vede l’ora di sapere come va avanti la storia di Kage.

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