“Il segreto della curatrice” è un romanzo low-fantasy scritto e prodotto da Laura Usai.
La storia racconta di Gwen Davis, una curatrice che, additata come strega e isolata dalla società, si muove di cittadina in cittadina, facendosi pagare per i suoi servigi: infatti, la donna ha un potere unico e prezioso, può curare le persone con l’imposizione delle mani. La sua vita sembra destinata a seguire questo modo di sopravvivere e restare nell’ombra e nello squallore, ma le cose cambiano quando cura la madre di un dottore che rimane affascinato dal suo dono. Peter Collins, infatti, come medico, vede nel potere di Gwen un modo per salvare la gente e le propone una collaborazione in un altro villaggio; la donna, messa alle strette da una serie di eventi complicati, si ritrova ad accettare. Il problema è che il suo dono, pagina dopo pagina, appare sempre più come una maledizione.
Il romanzo è scritto davvero bene: scorrevole, entra subito nel vivo e ti cattura dopo poche pagine. Non mi sembra neanche di averlo letto, ma divorato in un boccone. I personaggi sono vividi, il mistero che aleggia fin dalla prima scena li accompagna fino alla fine, e forse oltre; infatti, si intuisce che potrebbe esserci un seguito.
Lo stile è curato, descrittivo, ma senza troppi fronzoli: è il classico romanzo in cui “tutti parlano bene”, con quel linguaggio aulico e appropriato alla Jane Austen, cosa che per me ha rappresentato un piacere maggiore.
L’elemento fantasy è low, cioè presente ma poco pervasivo: il mondo potrebbe essere quello di un ottocento europeo, in cui il potere di Gwen è trattato come un misterioso e generico “dono”, davanti al quale i più razionali sollevano un sopracciglio e i più superstiziosi si fanno il segno della croce. Per questa ragione, credo sia un romanzo adatto ad ogni tipo di pubblico.
In conclusione, un libro che si legge con piacere, una piccola perla che consiglio caldamente.
Recensione fantastica, grazie mille ragazze!
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