“Il Quarto Fato” è un romanzo fantasy di Laura MacLem, pubblicato inizialmente nel 2016 e riedito nel 2021.
Clara è una ragazza di provincia come tante altre, booktuber appassionata di libri, che nelle vacanze di Pasqua si ritrova ad essere spedita dai genitori apprensivi nel paesino della nonna, dove non succede mai nulla. Improvvisamente però la barbona della cittadine le regala una sorta di fascia intrecciata con tanti fili diversi, una Chere, e da quel momento la sua vita cambia. Scopre che il suo scrittore preferito, Hussein, vive nel bosco accanto alla cittadina e quando torna dalle zie con cui vive, visto che i genitori non si sono mai curati di lei, queste la invitano a non avvicinarsi a lui. Nel frattempo la sorella… ma come, un momento, la sorella? E i genitori non erano apprensivi per la sua salute? E Clara non viveva con la nonna? Eh no, non più: siamo incappati in un buco di trama, un’incongruenza che mostra che la storia che i personaggi abitano è in continuo divenire, all’inizio sottilmente, con piccoli dettagli che non tornano, e poi in modo sempre più plateale. Ma chi è il narratore che sta cambiando continuamente le carte in tavola? E chi sono le tre donne che vogliono disperatamente recuperare le Chere e riportare il destino sui suoi binari prestabiliti?
“Il Quarto Fato” è davvero difficile da recensire senza dare troppi spoiler: si tratta una sorta di retelling di “Le Mille e Una Notte”, ma definirlo solo così sarebbe riduttivo: ne è al tempo stesso una fanfiction e un omaggio, ma è soprattutto un romanzo unico nel suo genere.
Della celebre raccolta riprende la struttura a matrioska, in cui ogni storia ne nasconde un’altra, o forse mille altre, e ne riprende i personaggi che rimangono coerenti con se stessi, ma allo stesso tempo complessi, vivi e reali.
È un romanzo inusuale, che punta a spiazzare il lettore togliendogli continuamente le certezze intorno a cui si stava immaginando la storia, in una costruzione che tuttavia alla fine si incastra perfettamente.
Strizzando un po’ l’occhio a Calvino (che viene anche citato direttamente), il libro attinge a piene mani alla mitologia greca fondendo i suoi capisaldi con i miti persiani, indiani e arabi, mentre la principale ambientazione è la sonnolenta provincia italiana.
Ultimamente sono usciti diversi libri che celebrano l’amore per la letteratura e i libri, in primis “Il Mare senza Stelle”, che ha avuto un grande successo (la nostra recensione qui: https://themantovanis.blog/2020/03/17/recensione-di-the-starless-sea-di-erin-morgenstern-review-of-the-starless-sea-di-erin-morgenstern/)
Eppure nessuno di questi è riuscito, secondo me, a veicolare l’amore per la costruzione della storia così come il romanzo di Laura Mac Lem: invece di perdersi in citazioni colte di celebri opere, questo libro mette al centro la struttura delle storie; il rischio di incongruenze, gli espedienti troppo comodi, i colpi di scena. E allo stesso tempo la spinta che porta l’uomo a non accettare il proprio fato ma a ridefinirlo continuamente tramite l’arte e l’apprezzamento per i piccoli meccanismi che ci fanno apprezzare le storie ben raccontate.
Un altro aspetto del libro che ho particolarmente apprezzato è che, in linea con quanto accade nella letteratura classica, la grandezza dei personaggi non è data dalla moralità del loro agire, ma all’audacia con cui sfidano la sorte, al loro rifiuto di accettare di andarsene docili in quella buona notte, per cui il lettore è sempre a cavallo tra l’orrore per la loro hubris e all’ammirazione per il loro coraggio.
Questo fa sì che gli antagonisti possano essere le figure che stanno oggettivamente facendo la cosa giusta, e i “buoni” quelli che si ribellano, senza necessità di una redenzione.
“Il Quarto Fato” è un inno al potere immortale della letteratura e della narrazione di cambiare il nostro destino e lo consiglio caldamente a chi non ha paura di immergersi in un romanzo bizzarro, straniante e allo stesso tempo ammaliante, scritto da quella che secondo è una delle penne più originali del panorama fantasy italiano.
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