“Clover- Il custode delle storie incompiute” è un romanzo fantasy/d’avventura scritto e prodotto da Camilla Cosmelli.
Arthur è uno scrittore non molto bravo a concludere i suoi romanzi; questo non ha grande importanza finché, in seguito ad un incidente, l’uomo viene mandato a “finire” l’avventura che ha iniziato, come personaggio aggiunto del suo libro. Il sogno di ogni autore, no? Solo in parte: il romanzo in cui viene spedito Arthur, Clover per l’appunto, non solo è incompiuto ma è il suo racconto scritto durante l’adolescenza e lasciato a metà perché con una trama con troppi indovinelli, sottotrame e, forse, considerato da lui stesso troppo banale. Eppure è il suo libro, con i suoi personaggi e la sua impronta, così lui si ritrova ad aiutare i giovani protagonisti (i Clover, da cui il titolo) a trovare un tesoro, risolvere un mistero antico e a destreggiarsi in un mondo piratesco settecentesco.
Il romanzo è autoconclusivo, con una narrazione che segue prevalentemente il protagonista Arthur, ma che non disdegna il cambio repentino di punto di vista. Molti i dialoghi, intenso l’approfondimento per i sentimenti di Arthur verso personaggi e storia.
Ogni scrittore si sente un dio onnipotente nei confronti dei personaggi, ma vivere con loro, senza il potere dell’autore, cioè di cambiare le cose, lui è solo un uomo fuori dal suo tempo con tante informazioni sui personaggi e non altrettante idee per come rendere questa conoscenza plausibile.
La trama da lui ideata è semplice e talvolta ingenua, con protagonisti che sanno fare tantissime cose e un sistema di quest che ricorda il susseguirsi di un videogioco: molti elementi risultano utili (personaggi svegli e che non si lasciano abbattere da nulla), ma altri, come i continui problemi da risolvere, saranno un ostacolo non da poco.
Emblematici i personaggi ispirati a persone reali che, trovandoseli davanti in carne e ossa, fanno un certo effetto su Arthur, ma soprattutto gli ostacoli “casuali” (come il sessismo quotidiano che la ragazza protagonista deve affrontare) che lui aveva inserito nel romanzo senza pensarci troppo, ora diventano macigni per cui lui si sente in colpa.
Ogni scrittore sa che i propri protagonisti probabilmente lo odierebbero per tutto ciò che gli facciamo capitare, e infatti Arthur dovrà vivere con questo segreto.
Personalmente, per il tipo di lettrice che sono io, credo che il romanzo avrebbe beneficiato di qualche taglio soprattutto nella parte centrale. I dialoghi e i botta a risposta tra i Clover sono davvero tanti e talvolta, secondo me, un po’ ripetitivi, mentre l’ultimo quarto scorre con un ritmo che i precedenti tre quarti non avevano e risulta sicuramente con una marcia in più.
Il finale non è scontato, pur essendo incredibilmente “giusto”, ma non dico altro per non fare spoiler.
In conclusione, un romanzo che piacerà sicurametne agli appassionati di avventura, ma anche a chi ama le riflessioni sulla scrittura: dal punto di vista di Arthur traspare un amore per i suoi personaggi che, secondo me, chiunque abbia scritto anche solo una fan fiction non potrà non ritrovarsi.
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