“L’uomo senza epilogo” è un romanzo di Gabriele Dolzadelli, celebre self e per la prima volta edito da una CE, Augh Edizioni, che ringraziamo per la copia digitale omaggio.
Avevamo recensito altre pubblicazioni dell’autore ai seguenti link: “Jolly Roger- la terra di nessuno” e “Backup”.
Questa volta lasciamo le avventure piratesche e le distopie tecnologiche, per andare su una panchina di una città, luogo principale di queste commoventi vicende.
La storia ha tre protagonisti principali che ruotano intorno alla stessa vicenda: lo Scribacchino, un senzatetto che ama scrivere su un blocknotes misterioso delle storie, Stefano, un autore di successo che però non riesce a superare il fatto di non avere il rispetto del padre, e Rachele, quattordicenne alle prese con una festa nonnista che se la prende coi i primini.
Proprio per evitare di essere maltrattata durante questa giornata, la ragazza accetta di rubare il blocknotes del senzatetto e viene a scoprire molti segreti, tra cui il fatto che il dotato scribacchino non riesce a scrivere gli epiloghi dei romanzi. Proprio questo particolare trascina il lettore nelle storie personale di ogni protagonista.
Non è difficile empatizzare con i protagonisti di questo romanzo: tutti, a loro modo, stanno vivendo un disagio, dal più semplice al più radicato nella psiche, in alcuni casi evidenti (alcolismo e scelta di una vita da clochard) altri meno marcati (l’insicurezza che si cela dietro a un uomo di apparente successo).
Il libro è un mix di generi: è una storia drammatica, “intimista”, eppure a metà testo vira verso il thriller, lasciando il lettore senza fiato e portandolo a girare pagina dopo pagina il testo per scoprire cosa stia capitando.
Personalmente ho apprezzato molto i due scrittori, così diversi tra loro, e con loro ho sofferto, sperato e gioito, laddove era possibile. Rachele, per quanto più infantile, rappresenta il punto di vista più attivo e tiene alto il ritmo del testo.
Gabriele Dolzadelli in questo romanzo ha saputo toccare corde del cuore in modo delicato e avvincente, dimostrandosi ancora una volta una penna valida e brillante.
Ultima nota: non fatevi ingannare dal titolo, l’epilogo c’è! L’uomo senza epilogo non è Dolzadelli.
In conclusione, un libro che mi sento di consigliare a qualunque tipo di lettore a causa della sua versatilità: saprà conquistarvi e commuovervi.
Rispondi