Recensione della raccolta “Le Cronache del Drago e del Pugnale”

“Le Cronache del Drago e del Pugnale” è un’antologia contente dieci racconti per scoprire la cultura mediorientale e asiatica, rivisitata in chiave fantastica.

Gli autori che hanno partecipato sono dieci, quindi ogni racconto è scritto da una penna diversa

L’immortale di Silvia Torani
Nakhwaam, la roccia dei fiori caduti di C.K. Harp
Mondo in cenere di Giulia Grassi
Il re serpente di Andreina Grieco
Il maestro di fango di Giulia Esse
Il burattino d’ombra di R.J. Driscoll
L’ascesa del Khan bambino di Chiara Saccuta
Cento vite di Dario Orilio
Ho vissuto per morire con te di Giulia Licciardello
The Earl of Mansfield di Simona Affabile

Sono racconti che trattano tutti temi e paesi diversi, dalla Persia alla Cina, senza dimenticardi di Corea, Giappone e Cambogia.

Il tema comune non è solo l’ambientazione, ma l’obiettivo di riscoprire una leggenda o un aneddoto curioso e di fantasticare su di esso. Ogni testo è preceduto infatti da una descrizione del fatto da cui hanno preso spunto gli autori, cosa che ho trovato chiara e piacevole, quanto istruttiva: lo ammetto, non conoscevo quasi nessuno dei fatti storici o leggende citati, quindi sono rimasta colpita e soddisfatta da questa antologia. Oltretutto, la selezione è stata ottima, in quanto tutti i racconti sono scritti bene e interessanti.

Naturalmente alcuni dei testi erano più nelle mie corde di altri, ma è normale quando si uniscono tanti scrittori e stili diversi.

Non nego che ho voluto leggere questa antologia ( tra l’altro ringrazio il collettivo che l’ha creata per la copia omeggio) perché volevo assolutamente scoprire il racconto di Andreina Grieco (che infatti era fantastico!), ma alla fine ho ritrovato delle scrittrici che già conoscevo e apprezzavo (come Simona Affabile e Giulia Esse) e ho potuto scoprirne di nuovi (ho molto gradito la penna di R.J. Driscoll).

Lo stile è diverso per ogni racconto: alcuni hanno sfumature horror, altri riflessive, ma in generale tutti i testi condividono l’amore per l’ambientazione scelta e per una cultura diversa da quella occidentale, con i suoi pregi e difetti.

I miei preferiti sono stati “Il re serpente” che era caratterizzato da un ritmo serrato e da personaggi memoriabili; poi ho molto apprezzato “The Earl of Mansfield”, ambientato in India con una leggenda di una nave maledetta e un rapporto padre-figlio diverso dal solito. “Il burattino d’ombra” mi ha colpito invece per la sua trama un po’ dark e dall’appofondimento ai sentimenti e ai rapporti tra i personaggi.

In conclusione, una raccolta imprescindibile per i patiti dell’Asia e per le ambientazioni orientali. Consigliatissimo!

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